I primi caldi estivi hanno portato anche l’assalto alle spiagge ed al mare: cosa accade davvero tra stabilimenti e spiagge libere

Chi vive a Roma lo sa: appena il termometro supera i 27 gradi, il litorale diventa il rifugio naturale per scappare dall’asfalto rovente. E se poi ci si mette anche un ponte lungo, il mix è servito. Ostia, Castelporziano e Capocotta sono tornate protagoniste delle giornate dei romani in cerca di relax e mare.
Ma se l’acqua sa sempre come sedurre, la realtà sulla battigia è fatta di luci e ombre. Alcuni stabilimenti storici cercano faticosamente di rimettersi in piedi, altri restano chiusi, mentre le spiagge libere oscillano tra servizi migliorati e clamorose assenze. Cosa ci si deve aspettare quest’estate?
Ostia, cosa sta accadendo agli stabilimenti balneari
Partiamo da quelli che ce la stanno mettendo tutta. Dopo due anni di silenzio, il Kursaal — uno dei nomi simbolo del litorale — prova a riaprire. Danni da mareggiate, vecchie assegnazioni mai concretizzate e mille intoppi burocratici hanno rallentato tutto. Ma qualcosa si muove. Intanto, altri stabilimenti balneari sono stati ufficialmente affidati con il bando pubblicato il 14 febbraio, anche se non tutti sono operativi.

Sul fronte delle spiagge libere attrezzate, si respira un’aria diversa rispetto al caos di inizio maggio. Noleggio di ombrelloni e lettini? C’è. Bagni chimici, passerelle, salvataggio? Anche. E se la fame arriva, ci sono le macchinette che distribuiscono snack e bevande.
Ma attenzione: questa descrizione vale solo per sei spiagge. Le altre, quelle di Ostia Ponente, vivono in un limbo. Affidate temporaneamente a Zetèma, offrono il minimo indispensabile, ma manca una visione chiara su cosa accadrà davvero da qui in avanti.
Castelporziano e Capocotta: la situazione
E poi ci sono i Cancelli, nome evocativo per chi conosce bene la zona di Castelporziano. Lì dove un tempo c’erano file ai chioschi e giornate intere passate sotto l’ombrellone, oggi regna un’aria di abbandono. La spazzatura è stata rimossa solo il primo giugno, i chioschi sono chiusi e i servizi igienici lasciano a desiderare.
Niente bagnini, niente punti ristoro ufficiali: solo qualche ambulante che prova a riempire il vuoto. Il project financing tanto sbandierato per riqualificare l’area è naufragato, lasciando dietro di sé solo promesse mancate. Al contrario, a pochi chilometri di distanza, Capocotta rappresenta quasi un mondo a parte.
Dune protette, servizi garantiti e una gestione che funziona, grazie alle concessioni pluriennali già assegnate. Certo, trovare parcheggio è ancora un’impresa, ma una volta superato quell’ostacolo, il mare restituisce il suo lato migliore. Forse è proprio lì che possiamo chiederci: quanto vale davvero un’estate al mare se mancano le basi per viverla con serenità?