Atac, la mossa rivoluzionaria per tram e filobus: ecco le intenzioni dell’azienda, riguarda la manutenzione elettrica dei cavi ed il coinvolgimento dei privati

Ti sei mai chiesto chi si occupa dei cavi che alimentano i tram e i filobus che attraversano Roma ogni giorno? Non è una domanda che ci si pone spesso, finché qualcosa non smette di funzionare. Eppure, dietro quei mezzi c’è una rete elettrica delicata, che richiede interventi costanti e qualificati. Ora, Atac vuole affidare questa manutenzione non più ai suoi tecnici interni, ma a ditte private. Una scelta che sta facendo discutere, anche per come è andata la prima volta.
L’idea di esternalizzare questo servizio non è nuova. Anzi, era già stata messa nero su bianco a maggio 2024, con una gara dal valore di 10,6 milioni di euro. Ma qualcosa è andato storto. Nessuna azienda ha risposto. Gara deserta. Un segnale forte, che ha costretto l’azienda a fermarsi e capire perché.
E qui le risposte sono state tante: carenza di manodopera, costi di trasferta troppo alti, e soprattutto, la richiesta di occuparsi anche delle sottostazioni elettriche, considerate troppo complesse o rischiose da gestire.
Il nuovo bando e una strategia rivista
Dopo mesi di confronti con gli operatori del settore, Atac ha deciso di fare un passo indietro – o forse solo di lato. La nuova gara, pubblicata di recente, punta infatti a un’esternalizzazione più “light”: solo manutenzione ordinaria e preventiva della rete aerea.

Le sottostazioni restano sotto il controllo diretto dell’azienda. Una mossa che ha fatto abbassare l’importo a base d’asta a 7,9 milioni di euro, con un contratto previsto per 36 mesi, più una possibile proroga di altri sei. Il criterio di selezione? L’offerta economicamente più vantaggiosa.
Un classico, ma con qualche incognita: l’importo sarà sufficiente per attirare aziende qualificate? E le problematiche sollevate la scorsa estate sono davvero state risolte? Le domande sono tante, anche perché questa mossa si inserisce in una strategia più ampia. Atac punta infatti a un modello di “full service” per la manutenzione, con l’obiettivo di affidare ai privati il 60% degli interventi entro il 2027, soprattutto per quanto riguarda i nuovi autobus.
Privato o pubblico: questione di equilibrio?
È legittimo chiedersi se questa corsa all’esternalizzazione sia la strada giusta. Da un lato c’è l’esigenza di snellire processi, contenere costi e compensare la cronica carenza di personale tecnico interno. Dall’altro, però, ci sono infrastrutture delicate e strategiche per il funzionamento della città. Affidarle a soggetti esterni, magari per risparmiare qualcosa, può davvero garantire continuità, sicurezza e qualità?
Le offerte per la nuova gara potranno essere presentate fino alle 12:00 del 4 luglio 2025. Fino ad allora, resta l’attesa. Perché, al di là delle gare e dei milioni a bilancio, in gioco c’è qualcosa di molto concreto: la possibilità che tram e filobus non si fermino. E soprattutto, che dietro il loro funzionamento ci sia un sistema di manutenzione affidabile, ben gestito e – perché no – anche trasparente.