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NATO sempre più attiva in Estremo Oriente

Si è conclusa la visita del segretario generale della NATO, il norvegese Jens Stoltenberg, in Corea del Sud e Giappone. Si tratta di un viaggio importante, che lascia intravedere la futura strategia dell’Alleanza. Nata in piena Guerra Fredda per contrastare l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia, negli ultimi anni la NATO ha allargato sempre più il suo raggio d’azione su ispirazione americana.

Lo dimostra l’intervento, per fortuna non ancora diretto, in Ucraina dopo l’invasione russa. Ma è noto che i vertici dell’Alleanza e gli Stati Uniti erano interessati all’Ucraina ben prima della suddetta invasione, fornendo a Kiev un supporto militare che si è poi rivelato fondamentale per contrastare le truppe di Mosca.

Si rammenti che pochi anni orsono alcuni leader occidentali –Macron in primis – consideravano la NATO defunta, ragion per cui il cambiamento è piuttosto sorprendente.

Risulta chiaro, a questo punto, che Stoltenberg e Washington vedono nell’Alleanza Atlantica uno strumento essenziale, da utilizzare contro le due grandi autocrazie dei nostri giorni, Federazione Russa e Repubblica Popolare Cinese. L’impegno contro i russi è già in atto non solo In Ucraina, ma anche nell’intera Europa Orientale.

I vertici della NATO prendono molto sul serio l’alleanza strategica tra Mosca e Pechino, e hanno quindi deciso di svolgere un ruolo incisivo anche nella deterrenza anti-cinese. In quest’ottica si spiega la visita di Stoltenberg nella Corea del Sud, preoccupata per i continui lanci di missili decisi dal dittatore nordcoreano Kim Jong-un.

Stoltenberg vorrebbe che la Corea del Sud fornisse a Kiev armi avanzate, come del resto sta già facendo con la Polonia. Basandosi sull’appoggio di Pyongyang alla Russia con la fornitura di missili e munizioni, il segretario Nato ha invitato Seul a svolgere un ruolo analogo armando l’esercito di Zelensky.

Più importante ancora è la visita in Giappone, Paese molto vicino agli USA. Stoltenberg ha visitato la base aeronavale nipponica di Iruma, e sicuramente non ha dovuto faticare molto per convincere il governo di Tokyo a svolgere un ruolo più attivo nel contenimento militare della Repubblica Popolare.

Notevole anche l’impegno nei confronti di Taiwan. Il segretario NATO ha infatti detto che “non c’è alcuna giustificazione per le minacce della Cina contro Taiwan”, allineandosi così completamente alla posizione degli Stati Uniti.

 

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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