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Berlusconi mette in crisi la politica estera del governo

La lunga amicizia tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin è nota a tutti, e i due l’hanno ribadita di recente scambiandosi lettere e regali subito resi di dominio pubblico.

Tuttavia la recente esternazione del leader di Forza Italia in cui ha detto che lui, se fosse primo ministro, non avrebbe mai incontrato Zelensky, ha subito suscitato polemiche a non finire. Con la gioia dell’opposizione e l’imbarazzo – per usare un eufemismo – della maggioranza di cui l’attuale governo è espressione.

Giorgia Meloni ha subito replicato reiterando la fedeltà dell’Italia alla politica occidentale in Ucraina, il che significa anche fedeltà alla NATO e agli USA.

Ciò non toglie che a Washington e nei vertici dell’Alleanza Atlantica le frasi berlusconiane abbiano suscitato stupore e irritazione. Prima era Giorgia Meloni ad essere nel mirino. Viste le sue precedenti posizioni, si sospettava che avesse in mente di rompere il fronte occidentale.

Invece la premier, una volta entrata in carica, si è subito allineata con Washington e Bruxelles, ripetendo più volte che il nostro Paese è impegnato, assieme agli alleati, nella difesa attiva dell’Ucraina, anche con l’invio di armi.

I sospetti sul suo conto erano stati pertanto rapidamente archiviati. E pareva che la rotta della nostra politica estera fosse condivisa, pur sapendo che in alcuni partiti della maggioranza albergano dubbi, anche consistenti, circa l’opportunità di sostenere Zelensky fino in fondo.

Ora l’improvvisa esternazione del Cavaliere ha cambiato il quadro. Non si sa se insisterà su questa strada, oppure se si autosmentirà a livello ufficiale, come ha spesso fatto in passato.

Resta però l’impressione che il governo, in carica da pochi mesi, sia assai diviso al suo interno su una questione così cruciale. La divisione si verifica pure all’interno degli stessi partiti. Tant’è vero che il ministro degli Esteri Tajani, esponente di spicco di Forza Italia, ha subito preso le distanze dal suo leader.

Adesso si cerca di capire cosa potrebbe accadere nel futuro immediato. Senza dubbio l’episodio indebolisce non solo la premier, ma l’intera compagine governativa, sul piano internazionale.

Si noti inoltre che anche in altre nazioni europee (Germania in primis) l’opinione pubblica non sembra affatto convinta che la strategia di USA e NATO sull’Ucraina sia quella giusta. Tutto questo fa il gioco di Putin che, sin dall’inizio dell’invasione, cerca di dividere gli alleati occidentali per poter meglio perseguire i suoi fini.

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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