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Roma soffoca nel caldo: cosa succede davvero all’aria che respiriamo?

 

Roma, ondata di calore anomala: cittadini e turisti sotto la morsa delle temperature bollenti e ripercussioni sull’aria che respiriamo

Donna si rinfresca
Roma soffoca nel caldo: cosa succede davvero all’aria che respiriamo? (Ansa Foto) – lecodellitorale

Hai mai avuto la sensazione che in certi giorni l’aria a Roma sia diventata quasi irrespirabile? Non è solo una percezione. Dietro quella foschia che si appiccica alla pelle e quel cielo lattiginoso, c’è molto di più: un mix pericoloso di ozono, polveri sottili e, come se non bastasse, anche un bel carico di sabbie sahariane.

Negli ultimi giorni, la Capitale sta affrontando non solo un’ondata di caldo estremo, ma anche un peggioramento netto della qualità dell’aria. A dirlo non sono sensazioni o opinioni: lo certificano i dati dell’Arpa Lazio, che nel report del 12 giugno segnalano valori fuori norma in diverse zone della città. Il caldo fa evaporare l’umidità ma concentra gli inquinanti, ed è proprio questo cocktail a rendere l’aria pesante, densa, quasi tossica.

Oltre il termometro: quando il caldo peggiora anche ciò che respiri

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Europa ci sono oltre 20.000 morti premature all’anno associate a livelli di ozono oltre i 70 μg/m³. A Roma, giovedì scorso, il dato più basso era già a 99 (a Cipro), mentre il più alto ha raggiunto 172 μg/m³ a Preneste. Non serve essere esperti per capire che siamo ben oltre il livello di guardia.

Turisti si rinfrescano
Oltre il termometro: quando il caldo peggiora anche ciò che respiri (Ansa Foto) – lecodellitorale

Ma non è tutto. Le PM10, cioè le particelle fini che finiscono direttamente nei nostri polmoni, sono anch’esse in crescita. Le centraline segnalano valori preoccupanti ovunque: Cavaliere e Preneste toccano quota 47 (su un limite di 50), mentre altre zone come Francia, Tiburtina e Malagrotta viaggiano tra i 41 e i 44. Il Comune ha definito la situazione una “criticità persistente”, e il rischio è che nei prossimi giorni la situazione peggiori ulteriormente, anche per effetto delle polveri desertiche in arrivo dal Sahara.

Le contromisure del Comune: piccoli gesti che contano

Per ora, non si parla ancora di emergenza conclamata, ma il Campidoglio ha già iniziato a muoversi. Venerdì 13 giugno, con una determinazione ufficiale, il Comune ha invitato tutti – e in particolare i soggetti più vulnerabili come bambini, anziani, donne in gravidanza e chi soffre di patologie respiratorie – a evitare l’esposizione al caldo tra le 12 e le 18.

Un’attenzione particolare è stata rivolta alle zone verdi e periferiche, dove l’aria può sembrare più pulita ma in realtà raccoglie spesso il peggio delle polveri sospese. Anche le attività fisiche all’aperto come jogging o ciclismo dovrebbero essere limitate nelle ore più calde.

Non è un divieto, certo, ma un invito al buon senso: correre con 35 gradi e PM10 alle stelle non fa bene a nessuno. In parallelo, il Comune chiede ai cittadini di fare scelte più responsabili anche negli spostamenti: meno auto private, più trasporto pubblico, e se proprio si deve usare l’auto, che sia ibrida, elettrica o comunque a basso impatto. Ogni piccolo gesto può aiutare.

Respirare meglio è possibile? Forse sì, ma dipende anche da noi

La domanda che ci dobbiamo fare è: possiamo davvero fare qualcosa per migliorare la qualità dell’aria? E la risposta, per quanto scomoda, è sì. Possiamo scegliere come ci muoviamo, quando ci esponiamo, e soprattutto possiamo essere più consapevoli di ciò che accade intorno a noi. Perché il caldo, purtroppo, non è solo una questione di sudore e condizionatori: è una vera e propria minaccia per la salute pubblica, soprattutto se accompagnato da inquinamento e trasporti incontrollati.

La buona notizia è che qualcosa si sta muovendo. Le istituzioni cominciano a parlare di mobilità sostenibile e a diffondere dati aggiornati e comprensibili. Ma serve anche un cambio di mentalità collettivo. Forse è il momento di chiederci: e se il caldo di Roma fosse solo un sintomo di un problema molto più grande?

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