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Roma e i giovani: perché la Capitale è ultima in Italia per qualità della vita

Roma, arrivano brutte notizie da uno studio condotto: la Capitale non è per i giovani, i dati che lasciano senza parole

Roma
Roma e i giovani: perché la Capitale è ultima in Italia per qualità della vita – lecodellitorale

Cosa significa oggi essere giovani a Roma? Spesso lo si capisce più dalla frustrazione che dai sogni. Affitti fuori controllo, incidenti stradali notturni, una percezione di insicurezza diffusa. E poi, trovare un lavoro che soddisfi, o semplicemente un contratto stabile, è più complicato del previsto.

A dirlo non sono solo i racconti di chi vive nella Capitale, ma anche i dati del Sole 24 Ore, che ha pubblicato l’annuale rapporto sulla qualità della vita in Italia per fasce d’età. Il verdetto è netto: Roma è fanalino di coda per la fascia 18-35 anni, posizionandosi al 107° posto su 107 province italiane.

A colpire più di tutto sono due indicatori: il costo degli affitti, dove la città si piazza ultima, e la percezione generale di insicurezza, anch’essa in coda. Per dare un’idea, affittare una semplice stanza in condivisione può arrivare a costare anche 645 euro al mese.

Ma non è solo una questione economica: l’offerta di spazi pubblici per lo sport è scarsa (penultima posizione), così come preoccupante è il dato sugli incidenti notturni, spesso legati alla carenza di trasporti e a uno stile di vita sempre più caotico.

Non solo affitti: un sistema che non accompagna i giovani

Roma sconta un ritardo evidente su quasi tutti i 15 indicatori presi in considerazione per la fascia giovanile. A parte qualche eccezione, come il buon posizionamento per la percentuale di laureati (quarta posizione) e la presenza di spettacoli (18° posto), la situazione generale è poco incoraggiante.

Affitto casa
Non solo affitti: un sistema che non accompagna i giovani – lecodellitorale

Disoccupazione giovanile? Roma è al 67° posto. Trasformazioni a tempo indeterminato? Solo 33°. Soddisfazione per il lavoro? 62°. E ancora più in basso si scivola quando si guarda a dati come l’imprenditoria giovanile (60° posto) o il gap affitti tra centro e periferia (70°).

La fotografia che ne esce è quella di una città che fatica a essere attrattiva per chi dovrebbe invece rappresentare il motore del cambiamento. È un paradosso: Roma è piena di cultura, storia, bellezza, ma i suoi giovani sembrano viverla come una città ostile. Anche i dati relativi alla presenza di amministratori under 40 mostrano un sistema che fa fatica a coinvolgere chi ha idee nuove da portare. Una distanza generazionale che si riflette anche nella politica urbana.

Una città che invecchia male… ma nemmeno per i bambini è un paradiso

E se Roma non è accogliente per i giovani, non se la cava molto meglio nemmeno con gli anziani o con i bambini. La Capitale è 63esima per la qualità della vita nella terza età. L’indicatore che fa più male? La solitudine. I numeri parlano chiaro: Roma è al 100° posto per la percentuale di anziani soli. Un dato che racconta un disagio profondo, spesso invisibile, ma che mina il tessuto sociale.

L’unico raggio di sole arriva dai bambini, dove Roma si colloca a metà classifica (46esimo posto). Buoni i dati su pediatri e spesa sociale per le famiglie. Ma poi arrivano anche qui i problemi: pochissimo spazio abitativo (104° posto), progetti PNRR per l’istruzione in forte ritardo (89°), scarse relazioni sociali e un tasso di fecondità in netto calo. È quasi ironico: si fanno più figli, ma mancano servizi e infrastrutture per crescerli bene.

Roma resta una città dal fascino unico, ma oggi sembra più pensata per chi può permettersi di viverla, piuttosto che per chi vorrebbe costruire qui il proprio futuro. L’indagine del Sole 24 Ore non fa che confermare ciò che molti romani già sanno o sentono: la Capitale ha smesso da tempo di essere una città per giovani. Ma c’è ancora margine per cambiare rotta. La domanda è: chi avrà il coraggio (e la visione) per farlo?

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