Il futuro del gas in Europa: tutte le incognite pe il 2025 e l’aumento delle bollette

Immagina di essere seduto nella tua casa, al caldo, ma con una domanda che ti gira nella testa: Da dove arriva il gas che riscalda la tua casa? Se qualche anno fa la risposta sarebbe stata semplice – dalla Russia – oggi la situazione è cambiata.
La dipendenza dal gas russo sta lentamente ma inesorabilmente passando a quella americana, con gli Stati Uniti che stanno diventando il principale fornitore di gas naturale liquefatto (GNL) per l’Europa. Le navi metaniere che trasportano il GNL statunitense sono ormai una vista comune nei porti italiani ed europei, segno che il vecchio partner energetico, la Russia di Vladimir Putin, è stato sostituito da una nuova, potente figura politica: Donald Trump.
Questa nuova realtà non è senza conseguenze. Non solo perché il gas è fondamentale per scaldare le nostre case e produrre energia, ma perché la crescente importanza del GNL americano ha già cominciato a influenzare i prezzi e a far sorgere nuove preoccupazioni per il futuro.
Il 2025 si prospetta un anno complesso, con bollette sempre più alte. Come ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il 2025 sarà un anno “molto duro” a meno che non ci sia una diminuzione dei prezzi del gas. Tuttavia, come ha aggiunto, i prezzi sono legati a equilibri politici, e di certo non dipendono solo da fattori economici.
Prezzi altissimi e una bolletta sempre più pesante
Nonostante i recenti cali del prezzo del gas sulla borsa di Amsterdam (TTF), i costi per i consumatori sono ancora altissimi. Solo di recente, l’Autorità per l’energia (ARERA) ha annunciato un aumento del 3% sul prezzo di riferimento del gas per le famiglie vulnerabili.

Se ci pensi, questo si traduce in una spesa complessiva annuale che può superare i 1.400 euro, aggiungendo anche le spese per la luce. In pratica, ogni famiglia si ritrova a pagare bollette più alte, nonostante una discesa apparente dei prezzi. A peggiorare la situazione ci sono le riserve di gas che si stanno svuotando a un ritmo preoccupante.
Secondo le ultime stime, la capacità di stoccaggio in Italia è sotto il 50%, con una media europea che non va oltre il 38%. Se, come accade spesso, il prossimo inverno dovesse essere particolarmente freddo, i consumi aumenterebbero, alimentando la domanda di gas e facendo schizzare ancora più in alto i prezzi.
GNL: più USA, più dipendenza, più incognite
Mentre il gas russo sta via via uscendo dalla scena europea, la Russia dovrà fare i conti con un’importante svolta. Entro la fine di marzo, infatti, entrerà in vigore il divieto di importare GNL russo nei porti europei, un cambiamento che accelererà ulteriormente la dipendenza dell’Europa da fonti alternative.
Il GNL che arriverà principalmente dagli Stati Uniti (che oggi rappresentano quasi il 50% delle importazioni di GNL) sarà sempre più determinante. E questo solleva una domanda cruciale: quanto influisce la politica americana sulle nostre forniture di gas?
Sappiamo bene che con gli USA arriva anche una nuova, potenziale arma di ricatto: i dazi. Donald Trump ha già minacciato l’Europa di imposte sui prodotti europei, e il gas potrebbe diventare uno strumento di pressione. Con questa nuova dipendenza, l’Europa rischia di trovarsi a dover fare compromessi non solo sul piano economico, ma anche su quello politico.
E se la soluzione non fosse solo il GNL?
La risposta a questa sfida potrebbe risiedere in un equilibrio più ampio. Nonostante il GNL rappresenti una parte importante delle nostre forniture, la vera domanda è: l’Europa è pronta ad affrontare il cambiamento?
Con impianti di rigassificazione che si moltiplicano e una crescente collaborazione con altri paesi produttori, come il Qatar, la sicurezza energetica dell’Europa potrebbe dipendere anche dalla sua capacità di diversificare le fonti di approvvigionamento. Ma riusciremo ad evitare che l’energia diventi solo un’altra pedina nelle mani di potenze politiche come gli Stati Uniti?
E tu, cosa pensi? Siamo destinati a essere semplici spettatori di un gioco geopolitico, o possiamo davvero recuperare la nostra indipendenza energetica?