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Editoriale

GIAMPAOLO LENZI, STRAORDINARIO MAESTRO DI VITA E DI SPORT – ICONA STORICA NEL “SESSANTESIMO” DELL’AICS

Nella notte tra il 21 e il 22 gennaio del 2015, avevo ricevuto da Franco Ascani il messaggio: “Giampaolo Lenzi non è più con noi”. Dopo cinquantasei anni, continuo a vedere Giampaolo sorridente tra noi, a Netanya, a Cesarea e a Telaviv, felice dei trionfi della sua prima Nazionale Atletica, quella dell’AICS (Associazione Italiana Circoli Sportivi) agli ottavi Giochi Internazionali Hapoel, con i milanesi Alberti e Pusterla e con il “golden boy” dell’AICS Ferrara, Dario Bonetti. Dario era un dotatissimo e promettente quattro/ottocentista e pronunciò poi il “giuramento dell’atleta” ai Campionati AICS di Lucca (1967) mentre nel 1968 alla rassegna di Trieste trionfava la splendida protagonista Silvia Chersoni, anche lei “coronata” quattrocentista. Voglio ricordare il mio amico fraterno Giampaolo Lenzi proprio così, nei “migliori anni della nostra vita”, quando facevamo volare la fantasia oltre gli ostacoli e condividevamo insieme il progetto di “Rinnovamento” per l’atletica italiana, che poi si concretizzò con i Congressi di Roma nel 1968/69, con l’elezione di Primo Nebiolo e mia in un Consiglio Direttivo e di Presidenza totalmente rinnovati. Allora Giampaolo (poi alla guida della Maratona e C.T. della Federazione) ebbe un ruolo fondamentale con i suoi sapienti consigli e per la visione strategica che portò la stessa AICS Ferrara a trasfondersi in CUS e i giovanissimi mezzofondisti (Mazzanti, Magnani e quindi Laura Fogli, Orlando Pizzolato…) a trasmutarsi in maratoneti di valore assoluto. Giampaolo aveva sei anni più di me e dal 1964 aveva assunto il ruolo di fratello maggiore nella piccola-grande famiglia dell’AICS, che adesso compie sessant’anni con un numero milionario di aderenti ed è tra le maggiori forze associative di sport, cultura e tempo libero del Paese. Giusto in quei fantastici Anni Sessanta”, le strepitose Leve Scolastiche a Ferrara corrispondevano ai Trofei Citta’ di Roma e agli straripanti di Milano, quelli che tutt’ora propongono concretamente “Più sport per i giovani!”, la stessa fondamentale motivazione di fondo che rese Giampaolo Lenzi inimitabile “Maestro di sport”, ma soprattutto straordinario “Maestro di vita”.

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