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Aziende agricole Tenuta del Cavaliere e Castel di Guido, a Roma Capitale la gestione di lungo periodo

La Giunta Capitolina ha approvato la delibera

La Giunta Capitolina ha approvato la delibera con la quale si concludono le procedure, avviate con la Regione Lazio, per dare a Roma Capitale piena titolarità della gestione di lungo periodo delle aziende agricole della Tenuta del Cavaliere e di Castel di Guido. Un altro tassello, spiega il Campidogolio in una nota, del programma che l’amministrazione manda avanti per lo sviluppo agricolo di Roma, metropoli con uno speciale e antico rapporto d’interdipendenza tra campagna e città.

Cosa cambia con questa delibera? Per capirlo occorre un breve excursus storico: Roma Capitale ha acquisito la gestione diretta delle due aziende con l’originaria legge n.833 del 23/12/1978, la cui effettività è venuta meno per successivi atti legislativi. La gestione si è quindi prolungata fino ad oggi senza un regolare titolo pluriennale ma in virtù di rinnovi annuali da parte della Regione Lazio. La Regione è infatti proprietaria dei terreni, degli immobili e delle altre infrastrutture della tenuta di Castel di Guido; ed è comproprietaria, insieme alle ASL territorialmente competenti, dell’azienda agricola della Tenuta del Cavaliere.

Questa situazione, con i rinnovi di breve periodo, ha reso impossibili per il Campidoglio gli interventi di riqualificazione di cui le aziende necessitavano. Conseguenze: progressivo deterioramento delle strutture e riduzione delle capacità produttive.

La Giunta ha così approvato una memoria (10 novembre 2022) con cui si dava mandato agli uffici di aprire l’istruttoria per ottenere il regolare titolo di possesso. Dopo una serie di contatti tra Comune e Regione, la Giunta Capitolina ha approvato una prima delibera (26 gennaio 2023). La Regione l’ha confermata con propria delibera del 7 febbraio.

Vengono quindi concordati con la Regione Lazio i termini di concessione per 6 anni, tacitamente rinnovabile, della gestione delle due aziende. Il Comune pagherà un canone ‘ricognitorio’ di 22.905 euro l’anno. La concessione era subordinata alla regolarizzazione dei mancati pagamenti degli ultimi 10 anni: 229.050 euro, da corrispondere in due rate di 123.150 euro nel 2023 e 105.900 euro nel 2024.

La gestione diretta pluriennale consentirà, oltre che di avviare gli interventi di riqualificazione (di cui ambedue le strutture hanno estremo bisogno), di partecipare a bandi nazionali e regionali per lo sviluppo del settore agricolo e agroalimentare; di avviare percorsi di co-progettazione e partenariato per attuare accordi nei settori produttivi aziendali: cereali e pasta, olive e olio, latte e formaggi, carne, ortofrutta, erbe officinali, apicoltura.

Le aziende, inoltre, possono ora fare da capofila di tutte quelle che operano su terre pubbliche nel territorio di Roma anche nel settore della trasformazione: con la costruzione, ad esempio, di nuovi mulini e frantoi. Altri aspetti di rilievo: maggiore impulso a progetti di inclusione sociale, possibilità di progetti ‘multifunzionali’ collegati all’attività agricola come l’uso di energie rinnovabili, le produzioni biologiche, il riciclo e compostaggio dei rifiuti organici.

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