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Atac riparte, chiuso il concordato

Atac deposita il secondo riparto dei pagamenti “a saldo” dei creditori entro il termine del concordato omologato e può ripartire. Riacquisisce dunque capacità finanziaria e di investimento, può tornare sul mercato, sviluppare nuove linee di business (in particolare in ambito tecnologico, in ottica mobility as a service) e può avviare nuovi investimenti senza accantonamenti.

L’amministrazione ha sviluppato un piano depositi in cui ha determinato la necessità di acquisire gli immobili dichiarati dal PUMS strategici, nonché la realizzazione di depositi necessari ad ospitare nuovo materiale rotabile e strumentali al trasporto pubblico. Il sistema di depositi deve essere dislocato uniformemente sul territorio di Roma. In poco più di un anno sono stati recuperati quasi 180 milioni che hanno permesso ad Atac di estinguere i debiti con i creditori chirografari (= coloro che vantano un credito che sorge da un documento sottoscritto direttamente dal debitore: fatture, assegni ecc., n.d.r.), con un fabbisogno residuo, al 30 novembre 2022, di 117 milioni di euro.

Con il passaggio deliberativo fatto in Assemblea Capitolina, Roma Capitale risolve una vicenda giudiziaria che dura da 13 anni, con un’obbligazione concordataria pari a 44,92 milioni di euro.

Ora potranno riprendere investimenti e altre attività: Atac lancerà una gara da mezzo miliardo per i tram, la più importante in Europa. Le vetture arriveranno entro il Giubileo. Sul fronte depositi, sarà rinnovato quello di Porta Maggiore ed attrezzato il nuovo, previsto nell’ex Centro Carni.

Per saperne di più, vedi le slide.

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