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Analisi in farmacia, la Sibioc: “Così si mettono a rischio i pazienti”

Doveva essere una rivoluzione, rischia di essere un danno. Gli esami clinici in farmacia stanno creando una sommossa tra gli esperti del settore che denunciano come questa normativa possa diventare un potenziale rischio per i pazienti. A suonare la carica è Marcello Ciaccio, presidente della Sibioc – Medicina di Laboratorio, l’associazione più importante dei Medici di Laboratorio. “Gli esami del sangue in farmacia – afferma Ciaccio – rischiano non solo di esser inutili ma dannosi per i pazienti. Il motivo? Le farmacie non hanno gli standard qualitativi e certificati dei laboratori clinici pubblici e privati accreditati. Loro utilizzano la tecnologia POCT che deve effettuare controlli di qualità interni giornalieri ed esterni e non effettuarli non garantisce la qualità del risultato. I POCT possono essere utilizzati solo per il monitoraggio di alcune patologie, non per la diagnosi. Ad esempio per il Diabete le Linee Guida non raccomandano i POCT per la diagnosi ma solo un ruolo per il monitoraggio. Inoltre, un farmacista non può firmare un referto se non ha la specializzazione in Patologia Clinica e Biochimica Clinica. In farmacia, poi, si effettuerebbero le analisi su sangue capillare e non venoso, altro dato che bisogna considerare per interpretare correttamente il dato analizzato. Questa scelta, come proposta, ci trova assolutamente contrari perché i pazienti non avrebbero più un dato analitico certo e certificato ma solo un “numero” che rischia di creare confusione oltre che aumentare la spesa sanitaria. Noi siamo per gli esami in farmacia se rispondono ai criteri di appropriatezza, qualità, affidabilità del risultato, confrontabilità, personale formato e qualificato, referto firmato da specialista di laboratorio che riporti valori di riferimento e valori decisionali, per assicurare sicurezza al cittadino e sostenibilità del sistema”. L’accordo preso dalla conferenza Stato Regioni sul via libera agli esami in farmacia rischia di essere un pericoloso boomerang anche per i conti disastrati dalla Sanità a livello regionale.

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