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La BCE riduce i tassi: cosa significa per prestiti e mutui

La BCE ha deciso di ridurre ulteriormente i tassi: svolta importante, ecco cosa significa per mutui e prestiti

Christine Lagarde presidente BCE
La BCE riduce i tassi: cosa significa per prestiti e mutui (Ansa Foto) – lecodellitorale

 

La notizia è ormai ufficiale: la Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di ridurre ulteriormente i tassi di interesse. Dopo sei interventi consecutivi, la BCE ha abbassato il tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo dal 2,75% al 2,50%. Non solo, anche il tasso delle operazioni di rifinanziamento principali scende dal 2,90% al 2,65%, mentre quello sui prestiti marginali passa dal 3,15% al 2,90%.

Questi aggiustamenti sono in linea con quanto previsto dagli esperti, ma cosa significa concretamente per le famiglie e le imprese europee? Il primo effetto tangibile di questa mossa riguarda il costo del denaro. Con tassi più bassi, ottenere nuovi prestiti diventa meno oneroso.

Questo è particolarmente importante per le imprese che cercano di rilanciarsi e per le famiglie che stanno cercando di finanziare l’acquisto della casa o altri progetti. La BCE stessa ha sottolineato che le riduzioni dei tassi rendono il credito più accessibile, aiutando così a stimolare l’economia.

Riduzione dei tassi della BCE: cosa significa per la politica monetaria e per i mutui?

Inoltre, la politica monetaria più espansiva segue un percorso di disinflazione: l’inflazione complessiva è prevista in media al 2,3% nel 2025, al 1,9% nel 2026 e al 2% nel 2027, una buona notizia per chi teme l’aumento dei prezzi. Ma cosa cambia per chi ha un mutuo variabile? Nonostante la riduzione dei tassi, l’effetto sui mutui esistenti è relativamente contenuto.

Sede della BCE
Riduzione dei tassi della BCE: cosa significa per la politica monetaria? (Ansa Foto) – lecodellitorale

L’indice di riferimento, l’Euribor, è sceso di soli 15 centesimi, un calo inferiore rispetto alla diminuzione dei tassi da parte della BCE. Questo significa che, per i mutui variabili già in essere, l’impatto sulla rata sarà modesto. Ad esempio, per un mutuo di 126.000 euro a 25 anni, la rata potrebbe scendere di circa 17 euro, passando da 650 a 633 euro.

Tuttavia, questo calo dipende anche dal tasso iniziale: minori sono i tassi di partenza, maggiore è l’effetto della riduzione. Tuttavia, nonostante il calo dell’Euribor, i mutui a tasso fisso continuano a dominare il mercato. Questo è dovuto alla crescente incertezza economica, che spinge le famiglie a preferire tassi fissi per evitare sorprese in futuro.

E se il tasso di interesse sulle nuove erogazioni è destinato a scendere, non è detto che questa riduzione favorisca in modo significativo il mercato dei mutui, soprattutto in un contesto in cui l’inflazione, seppur in calo, continua a rimanere una preoccupazione. Un altro dato importante emerso dalle ultime previsioni della BCE è la revisione al ribasso delle stime di crescita del Pil.

Cosa accadrà nei prossimi mesi?

La crescita economica per il 2025 è stata ridotta allo 0,9%, un valore inferiore rispetto alla previsione precedente di 1,1%. Le previsioni per il 2026 e il 2027 sono anch’esse state abbassate, segno che l’economia europea sta affrontando sfide continue, dalla debolezza degli investimenti alla continua incertezza politica e commerciale. In particolare, la riduzione delle esportazioni sta pesando sulle previsioni future.

Guardando al futuro, c’è una crescente speculazione su una possibile pausa nei tagli dei tassi da parte della BCE, soprattutto per il mese di aprile. Molti osservatori si chiedono se l’arrivo di stimoli fiscali da parte della Germania – tra cui spesa per le infrastrutture e l’aumento degli investimenti nel settore militare – possa spingere l’inflazione verso l’alto, rendendo la BCE più cauta nel ridurre ulteriormente i tassi. La domanda, quindi, resta: la BCE continuerà a ridurre i tassi nei prossimi mesi, o ci sarà una pausa in attesa di nuovi segnali economici?

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