Sei sicuro di fare bene la raccolta differenziata? Attenzione: rischi multe salatissime se commetti questo errore.
Il tempo passa inesorabilmente e così la necessità di fermare (o, per lo meno, rallentare) il progressivo deterioramento del nostro Pianeta. La raccolta differenziata rappresenta la principale strategia per poter limitare le produzioni industriali e favorire il riciclaggio dei materiali.
Tuttavia, tutt’oggi moltissime persone commettono degli errori madornali, quali ad esempio unire vetro e lattine, ma anche gettare nell’indifferenziata materiali che potrebbero essere tranquillamente riutilizzati. A questo proposito, un nuovo decreto legge mira a reindirizzare i cittadini verso un comportamento più attento e corretto.
Raccolta differenziata: l’Italia fa da apripista della rivoluzione
La raccolta differenziata viene erroneamente associata esclusivamente a carta, vetro, plastica e metalli. In realtà esiste un quinto settore che necessiterebbe di una stretta in termini di produzione ed una spinta nel merito del riciclaggio: il tessile. Secondo le stime della comunità scientifica ed ambientale, l’industria tessile contribuisce dal 2% al 10% alla diffusione delle emissioni globali di anidride carbonica, oltre che inquinare acque dolci (20%) e salate (fino al 35%) a causa delle microplastiche.
Ed ecco dunque che entra in gioco il Decreto Legislativo 116/2020, il quale rappresenta l’alba di una vera e propria rivoluzione nell’ambito della raccolta differenziata. Dal 1 gennaio dell’anno corrente è vietato gettare i rifiuti tessili nel bidone dell’indifferenziata. Con rifiuti tessili non si intendono solo gli indumenti, bensì anche biancheria, scarpe, lenzuola, federe di divano e poltrone e molto altro. Sostanzialmente, qualsiasi cosa sia realizzata in tessuto.
I Comuni italiani sono dunque chiamati ad agevolare la raccolta da parte dei cittadini, predisponendo degli appositi centri e bidoni separati, ove si possano abbandonare i rifiuti tessili, per poi destinarli appunto al riciclaggio. Il DL 116/2020 introduce inoltre il concetto di responsabilità del produttore (EPR), ovverosia il controllo dei filamenti in fase di produzione, che debbano garantire una resistenza prolungata nel tempo.
A loro spetta la gestione dei pezzi di scarto e dunque il successivo ridimensionamento degli sprechi. Gettare i vestiti nell’indifferenziata diventa così una vera e propria violazione della legge. Secondo il DL, chiunque venga sorpreso a trasgredire le nuove norme ambientali, può essere punito con delle multe decisamente salate, il cui valore può raggiungere 2500 euro.
Un deterrente, questo, volto alla salvaguardia del nostro Pianeta, sempre più intossicato dai nostri comportamenti superficiali e non curanti. Il DL 116/2020 diventa ancora più importante in questo particolare momento, in quanto il fast fashion si sta trasformando in una tendenza in crescita e dunque va contrastata.