fbpx
CronacaCulturaFrosinoneItaliaLatinaLitoraleProvincia di RomaRietiRomaSanita'TerritorioViterbo

Salute mentale: Marchetti (Fenascop Lazio), piano Regione Lazio è solo spot elettorale

Nota di Paola Marchetti, presidente di Fenascop Lazio, associazione nazionale di organizzazioni che dal 1995 si occupano di riabilitazione psichiatrica extra ospedaliera per minori e adulti. 

“Nonostante l’aumento costante ed esponenziale dei problemi psicosociali, che colpiscono soprattutto le fasce giovanili, la Regione non intende apportare alcuna modifica al budget economico per la cura del disagio psichiatrico e per il reinserimento”. A lanciare l’accusa è Paola Marchetti, presidente di Fenascop Lazio, associazione nazionale di organizzazioni che dal 1995 si occupano di riabilitazione psichiatrica extra ospedaliera per minori e adulti. 

I rappresentanti di Fenascop Lazio hanno incontrato lo scorso 28 settembre la Regione e Federlazio, in rappresentanza delle comunità residenziali. “Oggi le comunità residenziali sono in prima fila nel garantire servizi e residenzialità e accolgono adolescenti e giovani di ogni estrazione sociale, sono spesso gli unici interlocutori dei Centri di salute mentale”, spiega Marchetti.

“A fronte di questo fondamentale lavoro di servizio pubblico, la Regione da circa 10 anni tiene ferme le tariffe, nonostante l’aumento del costo della vita e dei costi energetici e generali. Come è possibile garantire tutti i servizi di cura, di assistenza e di residenzialità, essenziali alle famiglie e ai pazienti, come si può lavorare alla riabilitazione di giovani vite, al loro rientro nella vita sociale, se il pubblico, le istituzioni, non decidono di farsi carico davvero di questo fondamentale settore?”, osserva la presidente di Fenascop Lazio.

“In queste ore abbiamo appreso dell’approvazione in Giunta regionale del Lazio del Piano triennale sulla salute mentale. 

Ma senza un parallelo stanziamento delle risorse necessarie, adeguate alla condizione di difficoltà psico sociale che attraversa il Paese, quel Piano rischia di essere solo una scatola vuota o, ancora peggio, l’ennesimo umiliante spot in vista delle prossime elezioni regionali”, conclude Paola Marchetti.

FENASCOP (Federazione Nazionale Strutture Comunitarie Psicoterapeutiche)

La Fenascop è un’associazione nazionale di organizzazioni che dal 1995 si occupano di riabilitazione psichiatrica extraospedaliera per adulti e minori. Comprende organizzazioni profit, no profit, associazioni di utenti e familiari. Essendo da tempo presente su tutto il territorio nazionale può dirsi interprete rappresentativo di importanti e qualificate risposte a specifici bisogni di cura, intesa nei termini di terapia, riabilitazione e assistenza.

Le strutture che fanno capo a FENASCOP sono strutture accreditate gestite da organizzazioni di ragione sociale pubblica o privata (sociale o imprenditoriale) che svolgono un servizio pubblico.

Le Comunità Terapeutiche Psichiatriche e socio riabilitative nascono per permettere che i pazienti con disturbi mentali severi abbiano la possibilità di una vita sociale integrata e non da internati, in strutture dove la malattia si cronicizza, o in contesti familiari, che non riescono a sostenere la complessità della situazione, per mancanza di strumenti economici o/e culturali, finendo per aggiungere emarginazione ad emarginazione.

Le comunità terapeutiche psichiatriche e socio riabilitative, dai tempi di Basaglia ad oggi, sono diventate essenziali, ai fini degli interventi clinici/riabilitativi, con risultati  importanti e facilmente riscontrabili. Basterebbe osservare il percorso di queste persone che, uscite da interventi di emergenza e ricoveri in cliniche, dopo un periodo di vita in strutture residenziali, sono ritornate a prendersi cura di se, a vivere socialmente (studio, lavoro, famiglia, amici), a riavere rapporti sani con le famiglie, anche loro parte di un sistema molto fragile e spesso impotente. 

Senza queste strutture il sistema sanitario non sarebbe in grado di reggere, scaricando totalmente i malati sulle famiglie, purtroppo, in molti casi, inesistenti o in grossa difficoltà nella gestione di queste delicate situazioni. 

La riabilitazione non si può appoggiare soltanto sulla terapia farmacologica, che manterrebbe il paziente stabile ma non integrato nella realtà in cui vive, ma deve basarsi su un percorso personalizzato che tenga conto di tutto quello che ha favorito la patologia, per poter recuperare competenze sociali, con risultati concreti, di “vita vera”. 

Le Comunità Terapeutiche Psichiatriche e socio riabilitative, nonostante le immense difficoltà vissute da queste strutture, oberate da regole e meccanismi che hanno poco a che fare con il trattamento terapeutico, asfissiate dalla scarsità di risorse economiche pubbliche, hanno sostenuto, concretamente curato, riabilitato migliaia e migliaia di pazienti, insieme alle loro famiglie, producendo risultati incredibili, con reali cambiamenti di vita. 

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio
Notizie anzio, nettuno