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Editoriale

REMEMBER DEL DIRETTORE

SECONDO VOI… PRIMA DI TUTTO – Lasciamo perdere la mia opinione personale e provate a mettervi nel ruolo di valutatori obiettivi rispetto ad una situazione, in cui nostro malgrado siamo coinvolti e da cui dovremmo cercare di uscire, senza poter conferire ad alcuno il ruolo risolutore. In poche parole, ieri, il Presidente Mattarella ha messo seduti , più o meno tutti, i coattori del nostro quotidiano reality ed ha spiegato senza infingimenti che esistono delle priorità irrinunciabili, a cominciare da quella della dignità del lavoro, quindi la necessità di anteporre l’interesse dei cittadini a quello di parte. A fare da contraltare, al Senato, lo storico intervento del Segretario Generale dell’ONU, Guterres, che, manco a dirlo, ha pianto sul latte versato a Madrid, dove la venticinquesima COP sulla salute del Pianeta è miseramente fallita. Milioni di giovani e meno giovani sono lasciati fuori dalla porta da un sistema che non conosce il coraggio , ma la opportunità di governo, che esercita il potere in termini di pura prossimità temporale-spaziale. Quindi, secondo voi, è o no la regola del buonsenso a determinare l’algoritmo iperdinamico del consenso, che diversamente non può permettersi di seguire le temporalità scandite da regole sancite, ma superate dai fatti? Una legislatura nata con una consultazione ed un esito come quello del 4 marzo 2018, meno di due anni fa, da cui scaturirono una maggioranza relativa di partito (delle 5 Stelle) e di Governo (il “giallo-verde” con la Lega) oggi non ha più alcun senso, posto che sono completamente cambiati i parametri in sondaggi e verifiche elettorali amministrative, che il Governo è divenuto “giallo-rosso” e di fatto non è più retto da un “contratto”, ma da un arbitrato affidato ad un esperto di diritto, l’avvocato Giuseppe Conte. Ecco, sfido chiunque ad intercettare il refolo dell’ottimismo, se non impattare nella rassegnazione, in attesa che accada ancora qualcosa. Una volta si diceva “qualcosa di sinistra” o di “forte”, oggi comincia a filtrare il pensiero che si debba prendere per le corna il toro del degrado socio-politico-economico-amministrativo e che lo debba fare chi gode del consenso popolare reale, indipendentemente dalle latitudini ideologiche, salvo successivi cambi di guardia, come la stessa regola base della democrazia impone. Dunque, qualche interrogativo esemplificativo per concludere… Ma, secondo voi, prima di tutto viene l’efficienza funzionale del sistema Paese o la realizzazione di qualche sogno di mezza estate? Sicuramente senza una brutale semplificazione del guazzabuglio di pesi e contrappesi, snaturati e sbilanciati in 72 anni di vicissitudini di Prima e soprattutto di Seconda Repubblica, non siamo in grado di raddrizzare la rotta. Nel dettaglio, pensate che la Scuola assolva seriamente al proprio fondamentale compito educativo? Pensate che la sanità sia in grado di dare cure adeguate, piuttosto che prevenire l’insorgere dei problemi di salute? Pensate che i nostri trasporti urbani, extra ed aerei siano in grado di garantire la mobilità ordinaria e straordinaria (turismo e commercio) per tutto l’Italico Stivale, a cominciare dalle Isole? Pensate che i giovani siano contenti di passare dalla paghetta di famiglia a quella di Stato senza poter transitare per l’amorfo ed inutile collocamento? Pensate che i pensionati da mille euro al mese, ridotti alla coda d’Europa, siano ancora in grado di reggere alla pluridecennale indifferenza dei governi e alla pandemica necessità di conferire le magre risorse a paesi terzi, che fondano la loro economia sull’industria delle badanti ? Pensate che la Banca d’Italia debba sussistere soltanto sulla base di un antico blasone, senza più una adeguata autorevolezza nei controlli, viste le catastrofi dal Monte dei Paschi alla Popolare di Bari, piuttosto che il ruolo statico e tendenzialmente suicidario della Centrale Rischi? Infine, non ultimo e non solo, il problema dello sport nel Bel Paese, che brilla sempre per i suoi risultati di vertice, ma stenta ad accettare pienamente il ruolo educativo e salutistico, insomma quello sociale, da cui provengono le migliori risorse umane, ma cui viene destinata ancora oggi una infima parte del budget: sempre secondo voi, non occorre una vera riforma con una grande coraggioso progetto, a partire da una revisione costituzionale che veda la pratica sportiva alla pari con il resto degli interessi primari della collettività? Ma, prima di tutto, qualcuno, secondo voi ha ancora la voglia o la reale capacità di mettere mano a questa complessa infinita tela e porre riparo a tutto ciò?

 

 

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