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JURIC ADDIO SENZA RIMPIANTI MA LE RESPONSABILITA’ NON SONO SOLO SUE

Si è conclusa l’ennesima stagione scialba per il Torino di Urbano Cairo. Un nono posto che probabilmente sarebbe stato l’ennesimo decimo posto se non fosse stato per il suicidio del Napoli contro il Lecce di ieri.

Se alcuni gruppi di irriducibili tifosi granata ancora affezionati al Presidente Cairo inneggiavano alla passeggiata di un’ubriaca Atalanta contro il Toro per una vittoria già quasi certa, sul campo del Gewiss Stadium è andato in scena l’ennesima prestazione sconcertante della banda Juric.

Che Ivan il terribile fosse con la valigia fatta era noto già da tempo, imbarazzanti però sono le ennesime esternazioni del mago di Spalato trionfalistiche per cui l’ottanta per cento delle persone di fede granata abbiano visto il contrario.

Viene da chiedere al tecnico croato cosa ci sia di entusiasmante di questi tre anni di nulla assoluto dove gli unici trionfi sono quelli della Pasadilla de honor fatta alle altre squadre.

A tal proposito, meno male che il derby si sia già giocato per evitare la sfilata della Juve con i granata a rendere omaggio tanto per umiliare ancora un po’ una tifoseria ormai assuefatta al nulla.

Caro Juric l’ennesima sconfitta di ieri è sempre colpa dei tanti tifosi (loro sì davvero coraggiosi) accorsi in massa a Bergamo per assistere ad un tiro al piccione verso la porta granata?

No Ivan lei non ha la più pallida idea di cosa voglia dire essere del Toro e ne ha mai compreso cosa sia davvero il toro per i suoi tifosi. Ci ricorderemo sicuramente di lei (come a Verona e Genova) non per i suoi “grandi risultati” ma piuttosto per le sue dita medie rivolte alla maratona o per le sue conferenze stampa di finta contestazione societaria auto smentite il giorno dopo e fatte forse per arruffianare una tifoseria stanca.

Come ricordare Leo Menegazzi, tifoso granata doc che ai cancelli del Fila (ovviamente super blindato) le chiedeva di aprire i cancelli per gli allenamenti, restituendo la squadra alla sua gente. Ricorda caro Juric la sua risposta? Fu l’ennesima super cazzola dicendo che erano i tifosi “quaquaraqua” a non venire.

Ma la responsabilità di farla sproloquiare contro la sua gente non è colpa sua lo capiamo, ma di una società evidentemente inesistente e che in condizioni normali avrebbe gestito in maniera diversa le sue esternazioni.

A proposito di responsabilità: che il Torino avesse un organico incompleto lo sapevano e lo dicevano tutti, che con uno piccolo sforzo si sarebbe potuto arrivare a ben altri traguardi è altrettanto certo.

Se nel corso degli anni però si è lucrato sugli obbiettivi al grido “dello scudetto del bilancio” o “del vuoi mica fallire” lo stesso non si può più dire dato che la Società di Cairo ha bilanci in rosso da tanti anni ormai senza aver raggiunto mai traguardi importanti.

La situazione finanziaria è ben evidenziata dalla testata Milano Finanza e ben esposta e condivisa sui social dal Gruppo Resistenti Granata.

E pensare che Atalanta o Fiorentina solo per citarne due di esempio hanno bilanci in ordine con strutture sportive di proprietà all’avanguardia e rose competitive.

Caro Presidente (mi permetto di chiamarla così) si dice che tutto ha un inizio e tutto ha una fine, se non è più in grado di gestire una gloriosa squadra come il Toro abbia il coraggio di cedere la mano a chi ne ha voglia e capacità.

Per vendere una squadra e trovare acquirenti serve metterla in vendita affidandosi a società specializzate, altrimenti aspettare che si presenti qualcuno dal cielo o per grazia ricevuta vuol dire prendere in giro i propri tifosi. Nessuno mai suonerà il campanello di casa per chiedermi se voglio venderla se non mi rivolgo ad agenzie immobiliari!

A questo punto le chiediamo ufficialmente; il Torino Fc è in vendita sì o no? Tutto il popolo granata è curioso di saperlo.

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