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Bonus mamme 2025: il problema per le famiglie italiane

Bonus mamme 2025, arriva un nuovo problema per le famiglie italiane: ecco qual è il problema e come risolverlo

Mamma e figlio
Bonus mamme 2025: il problema per le famiglie italiane – lecodellitorale

La situazione del bonus mamme per il 2025 è più complicata del previsto, e non solo per le mamme lavoratrici. A distanza di oltre due mesi dall’approvazione della legge di bilancio del governo Meloni, l’incentivo per le mamme lavoratrici con due o più figli a carico non è ancora in vigore.

Il motivo principale? La mancanza di un decreto attuativo che stabilisca non solo l’importo ma anche la procedura da seguire per richiedere l’esonero contributivo. Una situazione che ha suscitato diverse polemiche, tanto che i sindacati, come la Cgil, hanno parlato di “ritardi inaccettabili” e richiesto l’adozione urgente di questo provvedimento.

Bonus mamme: cos’è e come funziona

Ma che cos’è questo bonus mamme? Il bonus è stato pensato per supportare le famiglie numerose e contrastare il calo demografico in Italia. In pratica, prevede un esonero contributivo su una parte dei contributi previdenziali delle lavoratrici, ma la sua applicazione non è così semplice e uniforme come si potrebbe pensare.

Mamma e figlio
Bonus mamme: cos’è e come funziona – lecodellitorale

Infatti, le categorie di mamme beneficiarie sono diverse, e ci sono alcuni casi in cui il bonus è già attivo, mentre per altri bisogna ancora aspettare il decreto attuativo. Nel frattempo, il problema che si sta manifestando è la continua incertezza su come ottenere questo vantaggio economico e su chi ne possa realmente usufruire.

Già nel 2024 si era parlato di questo beneficio, ma con il nuovo governo sono emerse modifiche significative. La legge di bilancio 2024 ha introdotto il bonus per le madri con tre o più figli a carico e con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, parziale o in apprendistato.

Un provvedimento per le lavoratrici: la cifra erogata

Il provvedimento è stato pensato per dare un sostegno significativo, esonerando le lavoratrici dai contributi previdenziali per un massimo di tremila euro l’anno, ossia circa 250 euro al mese. Per loro il bonus è già attivo e resterà in vigore fino alla fine del 2026. Ma c’è un limite: l’esonero è riservato solo alle madri con figli fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Nel 2024, la legge aveva esteso questa misura anche alle madri con due figli, ma solo per l’anno in corso. Dunque, come chiarito dall’INPS, le mamme con due figli che avevano diritto al bonus nel 2024 ora non ne possono più beneficiare, a meno che non abbiano tre o più figli.

Tuttavia, la nuova normativa prevede che le madri con due o più figli, anche con un contratto di lavoro a tempo determinato o come lavoratrici autonome, possano avere diritto al bonus, ma con un esonero parziale e con un limite di reddito fissato a 40.000 euro annui. E per queste lavoratrici, il decreto attuativo ancora non è stato pubblicato, causando ulteriori disagi.

Bonus mamme, il cambiamento nella Legge di bilancio 2024

Un cambiamento importante nella legge di bilancio 2024 riguarda l’introduzione del bonus anche per le lavoratrici autonome, escludendo però quelle che lavorano in regime forfettario. Queste modifiche hanno ampliato notevolmente la platea delle potenziali beneficiarie, ma hanno anche creato qualche confusione.

La nuova disciplina prevede un esonero parziale per le madri con due o più figli e un limite di reddito annuale di 40.000 euro. Tuttavia, per molte lavoratrici, questa misura diventa valida solo quando verrà emanato il decreto attuativo che dovrà chiarire definitivamente le modalità di applicazione.

Un aspetto che sta creando dibattito riguarda il fatto che il bonus, pur essendo pensato per supportare le famiglie numerose, non sta facendo il suo lavoro come dovrebbe. In particolare, il sindacato ha sollevato perplessità riguardo alla distribuzione dei vantaggi economici, affermando che i benefici maggiori sembrano andare a favore delle lavoratrici con redditi più elevati, lasciando le famiglie con redditi più bassi in difficoltà.

Come si risolverà questa situazione? In attesa che venga finalmente pubblicato il decreto attuativo, il governo ha dichiarato di essere pronto a intervenire per tutelare le mamme lavoratrici e fare in modo che le misure di sostegno alla genitorialità siano più inclusive.

Tuttavia, resta il dubbio se queste misure riusciranno davvero a far fronte alla crescente difficoltà delle famiglie italiane a conciliare lavoro e maternità. E mentre ci si interroga sull’efficacia di queste misure, una domanda rimane in sospeso: cosa farà il governo per evitare che queste problematiche di burocrazia e ritardi continuino a penalizzare le lavoratrici?

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