Nell’assemblea del Consiglio Nazionale del C.O.N.I., tenuta a Roma il 20 novembre 1958, il Ministro Giulio Andreotti fu chiamato per acclamazione ad assumere la Presidenza del Comitato Organizzatore. L’acclamazione fu preceduta da una dettagliata relazione che il Dott. Bruno Zauli, Segretario Generale del C.O.N.I., illustrò ai componenti del massimo consesso sportivo nazionale.
In apertura di assemblea il Presidente del C.O.N.I. aveva dato lettura della seguente dichiarazione: ” Previo il compiaciuto assenso del Presidente della Repubblica Italiana, Alto Patrono dei Giochi, ed il consenso cordiale del Presidente del Consiglio dei Ministri, ho l’onore di proporre, a nome della Giunta Esecutiva, che l’Onorevole Giulio Andreotti sia nominato – da questo Consiglio del C.O.N.I. – Presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi della XVII Olimpiade”.
A completamento degli organi direttivi, la Giunta Esecutiva del C.O.N.I. nella riunione del 25 febbraio 1959 deliberò la composizione del Comitato Organizzatore e del Comitato Esecutivo. Conseguentemente le funzioni del Comitato Provvisorio furono trasferite con tutti i poteri al Comitato Esecutivo, di cui assunse la Presidenza lo stesso Presidente del C.O.N.I. Avv. Giulio Onesti e, qualche mese dopo, la vice presidenza il Dott. Bruno Zauli, Segretario Generale del C.O.N.I. Il 26 marzo 1959 l’Onorevole Andreotti insediò il Comitato Organizzatore e, dopo aver espresso profonda gratitudine al Presidente della Repubblica, illustrò i compiti del Comitato stesso, concludendo: « Noi abbiamo oggi la certezza di avere, per quanto riguarda le attrezzature sportive, tutto predisposto, tutto in grado di funzionare regolarmente per la data delle Olimpiadi. Noi vogliamo far sì che la manifestazione olimpica conservi il suo carattere prettamente sportivo. Naturalmente, perché possa conservarlo, occorrono poi, e nel campo della ricettività e nel campo delle attrezzature cittadine e così via, molte cose anche importanti, ma nessuna di queste può farci perdere di vista quella che è veramente la caratteristica sportiva, la caratteristica olimpica che contraddistinguerà la nostra manifestazione ».
Peraltro il Ministro Andreotti non mancò di precisare che il momento olimpico « sarà un momento eccezionale quale forse il nostro Paese non ha mai avuto.
Quando si lavora con la sicurezza che questa Olimpiade sarà rigorosamente svolta, si dà risposta silenziosa, ma forse più efficace di quella data attraverso molte frasi e attraverso, talvolta, un po’ di retorica, all’angoscia che qualche volta prende dinnanzi ad un annebbiarsi dell’orizzonte internazionale ».
Subito dopo il Ministro Andreotti si accinse a firmare i primi sei inviti ai Giochi, scegliendo simbolicamente l’invito destinato alla Grecia, e quindi ad altri cinque Paesi – uno per ogni Continente – geograficamente più lontani da Roma e, precisamente, la Finlandia, il Giappone, il Sud Africa, il Perù e la Nuova Zelanda.
Nel corso di alcune riunioni appositamente indette nel mese di aprile 1959, la Giunta Esecutiva del C.O.N.I. rese validi i procedimenti elaborati per la riunione della Commissione Esecutiva del C.I.O. con i rappresentanti dei Comitati Nazionali Olimpici, che ebbe luogo il 19 maggio successivo nei locali del Foro Italico.
Purtroppo qualche volta capitò di rifare ex novo lavori già intrapresi od anche conclusi; ciò avveniva quando lo scrupolo consigliava di mirare alla stesura di norme o di regole più consone alle esigenze od alla funzionalità del sistema organizzativo, od a seguito di interventi o suggerimenti scaturiti in sede di decisioni collegiali o congiunte. E’ il caso del Comitato Esecutivo dei Giochi che esaminò in un ciclo di riunioni i programmi relativi alle Cerimonie di Apertura e di Chiusura ed alle manifestazioni d’arte.
A fine maggio del 1959, il Comitato Esecutivo ratificò i contratti con la Compagnia dei Vagoni Letto ed icontratti per la cessione dei diritti televisivi in America del Nord; infine rese definitivi i tipi di biglietti d’ingresso agli stadi ed ai campi di gara.