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SULLA MARMOLADA SVENTOLA BANDIERA BIANCA?

Mai dire mai, ma nemmeno sì. Ecco, questa mi pare la giusta sintesi di una considerazione che nasce spontanea dopo il crollo spaventoso del castello di ghiaccio sulla Marmolada. Poteva essere l’immaginifica residenza del Signore degli Anelli, piuttosto che la surreale dimora della principessina Jenga Frozen, come di Ey de Net, Dolasilla e Soreghina. Chissà quali e quante altre fole sono nate da quel reverbero d’azzurro, dalle profondità misteriche di quei seracchi che domenica si sono sbriciolati, liberando d’un colpo l’immenso del tempo e la sacralità del fossile. E’ accaduto quello che “non ci si aspettava”, nonostante l’evidenza delle profonde metamorfosi in atto. La compromissione dell’ambiente ha assunto aspetti ripugnanti, innegabili, eppure se ne rimpallano le responsabilità e ci affida ad improbabili date di un improbabile calendario. Le fasi climatiche – che da sempre regolano l’alternarsi del freddo e del caldo sul Pianeta Terra – continueranno a svilupparsi a prescindere da alterazioni suicide, topiche per la sopravvivenza del genere umano. Del resto, l’estinzione per via naturale degli esseri che ci hanno preceduto è testimonianza di un destino ineluttabile, reso crudele dalla tendenza masochista. Eppure, nonostante le perversità inquinanti degli schiavi del profitto, tra guerre e prevaricazioni, nel nome di uno sviluppo assolutamente insostenibile, la maggior parte degli umani preferirebbe conseguire le giuste condizioni per esercitare il “diritto alla gioia”, diritto che viene però sistematicamente negato da satrapi senza remore, né scrupoli. Così si è arrivati addirittura alla negazione del fondamentale “diritto al futuro”. Mentre qualcuno pervicacemente insiste su questioni di lana caprina, il mondo in cui tentiamo di sopravvivere si va disfacendo: sulla Marmolada sventola bandiera bianca?

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