Tra ciclabili, palazzoni e prati urbani, qualcosa si muove nel verde romano. Una presenza antica torna a farsi notare. Ma è davvero una sorpresa?

Hai mai incrociato uno sguardo curioso tra i cespugli del tuo parco di quartiere? No, non stiamo parlando del solito gatto randagio. A Roma, i protagonisti silenziosi degli ultimi avvistamenti sono tornati a essere loro: i cinghiali. E non è più solo questione di boschi o riserve naturali.
Gli incontri avvengono in pieno giorno, sul prato accanto a una ciclabile o tra i campi verdi del Laurentino e di Corviale. A inizio giugno, proprio sotto il famigerato “Serpentone”, un esemplare massiccio è stato visto grufolare pacificamente tra l’erba. Nel frattempo, in zona Fonte Ostiense, una famigliola di ungulati ha scelto come habitat un’area a due passi dal centro commerciale Euroma2.
E una madre con i suoi cuccioli ha fatto una comparsa spettacolare lungo il Lungotevere della Vittoria, passeggiando in fila indiana accanto alla pista ciclabile. Scene che sembrano uscite da un documentario… ma che stanno accadendo in mezzo al traffico cittadino.
Il ritorno non è del tutto casuale. Come spiega Andrea Monaco, zoologo dell’ISPRA e esperto di fauna selvatica, c’è stato un netto aumento delle segnalazioni negli ultimi mesi, anche in zone dove da tempo non si registravano più problemi. Il motivo? Una combinazione di fattori.
Fino a poco tempo fa, una task force regionale – composta da tecnici, operatori e veterinari della Asl – interveniva con rapidità per allontanare gli animali dal centro abitato. Ma questa squadra oggi è in riorganizzazione, lasciando un vuoto operativo che i cinghiali sembrano aver ben compreso.
Roma, ritornano i cinghiali: il motivo di questo fenomeno
Nel frattempo, la situazione rifiuti, pur migliorata in alcune aree, continua a rappresentare un richiamo irresistibile per chi, come loro, basa la sopravvivenza sull’olfatto e sull’adattabilità. E con l’estate, la disponibilità di scarti alimentari intorno ai cassonetti tende ad aumentare, alimentando una spirale che si autoalimenta.

Un altro aspetto interessante riguarda la recente uscita di Roma dallo stato di restrizione per la peste suina africana. Durante la fase più critica dell’epidemia, infatti, molti cinghiali erano stati catturati per limitarne la diffusione. Ora, con l’attenzione che comincia (forse troppo presto) a calare, anche il loro numero torna lentamente a salire.
Ma non è solo una questione di gestione o rifiuti. C’è anche qualcosa di profondamente naturale in tutto questo. I cinghiali sono animali che seguono fluttuazioni demografiche cicliche. In primavera e inizio estate, le femmine partoriscono, e non è raro vederle in giro con i piccoli al seguito, soprattutto nelle aree verdi più tranquille o poco presidiate. Il risultato?
Avvistamenti sempre più frequenti che ci interrogano sul nostro rapporto con la natura urbana. Sappiamo davvero convivere con questa fauna? E siamo pronti a ripensare gli spazi cittadini tenendo conto anche di questi ospiti inattesi? Per ora, mentre la “task force” si riorganizza e il numero degli ungulati cresce, non resta che osservare – e magari rivedere – il nostro modo di vivere la città. Perché anche nel cuore di Roma, dove tutto