Non mi fido del sistema giudiziario italiano
Non mi fido del sistema giudiziario italiano. Quest’affermazione del sovietico Artem USS dimostra che scagliarsi contro il Sistema Paese, che ormai funziona male, è la scorciatoia per risolvere tutti i problemi che si verificano
Artem USS è evaso il 22 marzo 2023 dai domiciliari a Basiglio (MI). È un importante imprenditore russo: limitarsi ai soli arresti domiciliari e al braccialetto elettronico a una persona di questo calibro danno modo di pensare. Molto. Forse per questo la sua affermazione: Non mi fido del sistema giudiziario italiano.
Non mi fido del sistema giudiziario italiano
Artem è un manager russo figlio di Aleksandr USS governatore d Krasnoyarsk (Siberia) tra i più potenti gerarchi del Cremlino. Dopo il via libera all’estradizione negli USA, Artem avrebbe “giustificato” il suo comportamento. Non si fidava più dei giudici italiani: «Il tribunale italiano, sulla cui imparzialità inizialmente contavo, ha dimostrato la sua chiara partigianeria politica e di essere pronto a piegarsi alle pressioni delle autorità statunitensi».
Ormai non fa più scalpore il fatto che “tutti se lo aspettavano” se non per chiedersi: e allora perché non si è posto rimedio? La notizia arriva dalla Russia e sembra provenga direttamente dall’evaso. Dopo la concessione della sua estradizione negli USA avrebbe affermato lui stesso: Non mi fido del sistema giudiziario italiano. Sarebbe stata rivelata all’agenzia ufficiale russa Ria Novosti dallo stesso USS. In questo clima bollente per il conflitto attivo in Ucraina non si aspettano conferme ufficiali della notizia nel pieno riserbo.
Aperta un’inchiesta
Tanto per non smentire il nostro modus operandi, su questa “faccenda” per niente chiara la procura di Milano coordinata dal Procuratore Marcello VIOLA e dal PM Giovanni TARZIA ha aperto un’inchiesta. Il nucleo investigativo dei Carabinieri di via della Moscova è alla ricerca di elementi che chiariscano l’accaduto. Le indagini in corso sono volte all’ identificazione degli uomini del commando che in pieno giorno, intorno alle 14:00 del 22 marzo, avrebbero aiutato il quarantenne a fuggire. Il luogo di detenzione degli arresti domiciliari sarebbe stata la casa di Borgo Vione, il gruppo si sarebbe mosso dirigendosi ad est. Al confine indisturbati si sarebbero recati nei Paesi dell’ex Jugoslavia. Quindi probabilmente per via aerea USS avrebbe raggiunto la madrepatria Russia: “Sono tornato in Patria perché sono stato costretto a fuggire”. Una fuga perfetta, o almeno ottimamente riuscita, vista la mancanza di attenzione tipica dello Stato puntuale nelle assenze ai giorni nostri.
La terra dei cachi
Il gruppo italiano “Elio e le Storie Tese” nel festival di Sanremo del 1996 ha presentato il brano “La terra dei cachi” piazzandosi al secondo posto nella classifica finale e vincendo il premio della critica. Visto che il brano era rimasto nella prima posizione delle classifiche temporanee del Festival, fino all’ultima serata, si resero necessarie le indagini dei Carabinieri confermando presunte irregolarità del voto. L’ironico testo racconta le vicissitudini della nostra amata Italia, negli ultimi tempi travolta sempre più da continui scandali (la malavita organizzata, il pizzo, gli episodi criminali e terroristici mai puniti, la malasanità, la pseudopolitica). Le irregolarità emerse hanno dato ancor più vigore al testo confermando che le cose qui da noi funzionano male.
Toto CUTUGNO nel 1983 alla 33ª edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo presentò “L’italiano”, una canzone che invece elogiava le virtù, forse ancora presenti, del popolo italico e della classe politica.
La musica è un linguaggio istintivo, espressione della cultura popolare.
Passare da “L’italiano” a “La terra dei cachi” una ragione ci sarà pur stata.
Visibile soprattutto in queste occasioni.
Arturo CAMPANILE
Immagini di repertorio