Diciamo la verità: la visita di Nancy Pelosi a Taiwan è semplicemente un atto di coraggio, tanto più rammentando che i cinesi avevano addirittura minacciato di abbattere il suo aereo qualora si fosse davvero diretto sull’isola democratica e fieramente indipendente.
Lo ha fatto, la speaker della camera Usa, senza avere il supporto diretto né del suo presidente né dei vertici delle forze armate statutintensi, che avevano anzi cercato di scoraggiarla temendo le reazioni di Pechino.
Eppure l’Occidente ha un grande bisogno di azioni di questo tipo, soprattutto quando le due più grandi autocrazie del mondo contemporaneo, tra loro alleate, cercano in ogni modo di modificare a proprio favore gli equilibri globali. A detta di molti, non bisogna “provocare” Xi Jinping e Putin.
Un simile atteggiamento, tuttavia, equivale a una resa totale, simile a quella che nel secolo scorso consentì a Hitler di impadronirsi dell’Europa, con la sola opposizione coraggiosa di Winston Churchill. E non si venga a dire che è una bestemmia paragonare il capo nazista al “Grande Timoniere” cinese e allo zar moscovita.
Sono assai più simili di quanto appaia a prima vista per molti motivi. Ad esempio per l’uso intensivo dei campi di concentramento, non importa se definiti “laogai”, “gulag” o “lager”: sono la stessa cosa.
Poi per l’abitudine di fare terra bruciata nei territori conquistati, affinché gli abitanti capiscano bene di dover fronteggiare il puro terrore. E pure per la negazione dell’identità di chi si sente – ed è – diverso da loro.
I cinesi lo hanno fatto in Tibet e nello Xinjiang degli uiguri, senza scordare la persecuzione costante delle fedi religiose. Recentemente sono riusciti, nella sostanziale indifferenza dell’opinione pubblica internazionale, ad annientare l’identità di Hong Kong stracciando il trattato firmato con il Regno Unito all’atto di restituzione della ex colonia.
Ora hanno il coraggio di riproporre ai taiwanesi il solito slogan “un Paese, due sistemi”, ed è ovvio che i cittadini dell’isola, dopo l’esperienza di Hong Kong, non se la bevano. Non vogliono vivere in un regime autocratico, e lo hanno dimostrato con i risultati delle ultime elezioni.
E ho anche trovato tanti articoli nei quali Nancy Pelosi viene giudicata più o meno pazza, o quanto meno pericolosa per la pace mondiale. E’ vero esattamente il contrario. Il suo viaggio, il primo a Taiwan di un importante politico americano dopo quello del suo omologo Newt Gingrich nel lontano 1997, ha posto dei paletti molto importanti. Taiwan è una nazione indipendente, e quindi visitabile senza chiedere il permesso di Pechino.
Ovviamente tutti sanno che la Repubblica Popolare reagirà in qualche modo. Risulta che abbia già invitato le compagnie aeree ad evitare i cieli di Taiwan. Tuttavia, se nessuno agisce, la situazione continuerà a peggiorare.
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