“Il prossimo giugno i cittadini d’Europa saranno chiamati al voto in occasione delle elezioni per il rinnovo delle istituzioni Ue, eppure sono davvero pochi gli stati membri in cui è attributo il diritto di voto ai sedicenni. E sul tema, il dibattito è quanto mai delicato e complesso: alcuni sostengono che possano avere maturità sufficiente per partecipare attivamente alla vita politica, mentre altri temono che possano non essere abbastanza informati o preparati. In questo contesto, SaCosa crede che sarebbe un atto di civiltà e un modello di progresso mettere le giovani generazioni in condizioni di andare alle urne ed esprimere la propria preferenza. E dunque sosteniamo chi si batte da tempo per abbassare l’età minima di voto a 16 anni. In molte delle nazioni europee d’altronde i ragazzi di quell’età non solamente studiano, ma iniziano anche a lavorare e a pagare le tasse. E consentire loro di votare favorirebbe innanzitutto un coinvolgimento politico precoce, incoraggiandoli a essere cittadini più consapevoli e impegnati nella vita democratica, sia del proprio stato che dell’Unione Europea, visto e considerato che molti settori amministrativi li interessano direttamente, in particolare l’istruzione, l’ambiente e la sicurezza. E in questa direzione, dare il diritto di voto ai 16enni potrebbe anche aiutare i giovani a sviluppare un senso di responsabilità civica, incoraggiandoli a essere più informati sui problemi della società e a partecipare attivamente per cercare soluzioni. La questione deve tornare al centro del dibattito istituzionale, sopratutto in Italia, dove le politiche giovanili sono spesso messe in secondo piano dalla politica”.
Lo dichiara in una nota il referente nazionale di “SaCosa“, comitato spontaneo di cittadini – amici per la verità, Rocco Tiso.
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