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EDITORIALE DEL DIRETTORE Ruggero Alcanterini – NANNINI, MADONNA, LADY GAGA E L’AMERICA

Di Ruggero Alcanterini

NANNINI, MADONNA, LADY GAGA E L’AMERICA – Ma chi l’avrebbe detto, che dopo Cristoforo e Amerigo, il Colombo e il Vespucci, ci saremmo rifatti un’idea delle Nuove Indie, dell’America, come possibile Eldorado della speranza, attraverso “menestrelle” forti dell’italica fibra, quella unica e talentuosa che ha le radici nelle argille senesi, tra le rocce peligne, piuttosto che tra le propaggini sicule sullo Stretto. Beh, non lo nascondo, ieri sono rimasto stregato dalla determinata estensione vocale, con cui Lady Angelina Germanotta, in arte pop “ Gaga”, ha dominato la scena con il planetario messaggio dell’Inno Americano, che è andato ben più in la della Cerimonia d’insediamento per il quarantesimo Presidente USA, Joseph, Joe Biden. Ecco, mi sono detto, anche questa è l’Italia del Merito nata dai bisogni, da quelli che non si sono risparmiati, come fece il nonno della Lady, Antonino, industrioso ciabattino, che partì da Naso, l’antichissima mitica Agatirso, nel 1908. Giorni fa, dal rocambolesco assalto a Capitol Hill, avevo chiamato in causa la senese Gianna Nannini, altra italica Pop Star, che dell’America ha dato una versione piacevolmente trasgressiva, diversificando la vocazione familiare dal panforte al pianoforte, fuori da scontati schemi. Dunque ieri l’altro, lo start up con l’abruzzese Veronica Ciccone, Madonna per l’Universo Mondo, ma nipote di Gaetano Ciccone, partito da l’aquilano Pacentro nel 1919 e ieri, appunto, Lady Gaga lievitata al ruolo simbolico più alto. Un caso? No, assolutamente. Angelina, come Gianna e Veronica, sono donne di talento che hanno ereditato la caparbietà, la forza e le qualità per rompere quel maledetto diaframma, che troppo spesso s’interpone tra chi merita e il meritato traguardo. Datemi retta, abbattiamo le barriere dell’ipocrisia e del pregiudizio, togliamo di mezzo orpelli e bizantinismi di comodo, mandiamo avanti chi lo merita, a prescindere. Non ce ne pentiremo, ci sentiremo orgogliosamente migliori e profondamente onesti nell’intelletto.

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