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Ddl Concorrenza: cosa cambia davvero per servizi, trasporti e imprese

Il Governo accelera per il ddl Concorrenza: ecco cosa cambia con l’entrata in vigore tra trasporti, servizi ed imprese, tutte le novità

Giorgia Meloni
Ddl Concorrenza: cosa cambia davvero per servizi, trasporti e imprese (Ansa Foto) – lecodellitorale

Quante volte sentiamo parlare di “liberalizzazioni” e ci sembrano parole vuote? Eppure, ogni tanto, le riforme arrivano davvero a toccare il quotidiano. Il ddl Concorrenza è uno di quei provvedimenti che, sotto l’aspetto tecnico, nasconde novità destinate a farsi sentire concretamente nella vita delle persone.

Il governo Meloni ha deciso di accelerare: il disegno di legge è pronto a entrare in Consiglio dei Ministri con una sfilza di misure che spaziano dal trasporto pubblico alla sanità, fino al mondo dei piccoli saloni di bellezza. Il tutto con un obiettivo dichiarato: più efficienza, più trasparenza, meno sprechi.

Tra i temi più caldi c’è lo stop ai cosiddetti “poltronifici”, ovvero quelle gestioni opache delle aziende partecipate locali dove, troppo spesso, si annidano incarichi inutili e costosi.

Il ddl introduce un sistema di controllo più stringente: comuni, province e città metropolitane saranno obbligati a monitorare e intervenire su inefficienze entro 90 giorni, pena sanzioni fino a 500 mila euro. Una stretta che potrebbe cambiare volto a tanti enti locali abituati a chiudere un occhio.

Mobilità, salute e bellezza sotto la lente delle regole

Altra novità sostanziale riguarda il mondo dei trasporti pubblici locali, con una spinta chiara verso la trasparenza: le Regioni dovranno pubblicare annualmente i calendari delle gare per il trasporto ferroviario, e l’Autorità di regolazione dei trasporti sarà chiamata a emanare linee guida entro il 2026.

Autobus
Mobilità, salute e bellezza sotto la lente delle regole (Ansa Foto) – Lecodellitorale

La logica è semplice: senza concorrenza vera, i servizi restano inefficienti. Anche i piccoli aeroporti respirano: meno burocrazia per chi serve meno di 5 milioni di passeggeri, così da incentivare la crescita dei voli regionali e turistici.

Un passaggio interessante arriva sul fronte della mobilità elettrica. Per combattere il monopolio silenzioso degli operatori più grandi, i Comuni dovranno favorire chi ha meno del 40% delle colonnine installate in zona. Un modo per riequilibrare il mercato e accelerare la diffusione delle infrastrutture, che oggi resta a macchia di leopardo.

Non manca poi l’intervento sulla sanità accreditata, un punto spesso trascurato nei dibattiti pubblici ma centrale per chi usufruisce delle convenzioni. Con il nuovo ddl, vengono distinte le procedure per l’accreditamento tra chi è già convenzionato e chi si affaccia per la prima volta. Un segnale chiaro per garantire vera concorrenza tra strutture sanitarie, evitando favoritismi o rendite di posizione. Le Regioni dovranno adeguarsi entro il 31 dicembre 2026.

Piccole regole, grandi effetti: tra estetisti e fondazioni biotech

Un dettaglio curioso ma tutt’altro che secondario riguarda il mondo degli estetisti e dei parrucchieri: chi usa cosmetici non certificati o promuove prodotti con proprietà “miracolose” rischierà multe salate. Non si parla solo di estetica, ma di sicurezza per i consumatori. Le sanzioni verranno inasprite per chi viola le normative sui prodotti cosmetici, soprattutto se usano sostanze vietate o indicazioni ingannevoli.

C’è spazio anche per la ricerca e l’innovazione. Il ddl rivede la governance della fondazione Enea Tech e Biomedical, che cambierà nome in “Tech e Biomedical”, ricevendo fino a 250 milioni di euro l’anno per progetti condivisi tra il Mimit e il Mur. Una spinta al biotecnologico made in Italy, ma con obiettivi misurabili e fondi vincolati ai risultati.

Insomma, più che una semplice formalità annuale, il disegno di legge sulla concorrenza si presenta come un mosaico di interventi capaci di fare la differenza in settori molto diversi tra loro. Alcuni ne beneficeranno senza nemmeno accorgersene, altri sentiranno subito il peso delle nuove regole.

Resta da capire se l’impianto reggerà durante l’iter parlamentare, dove ogni passaggio potrebbe aggiungere o limare norme chiave. E poi, chissà: riuscirà questo ddl a cambiare davvero le cose o sarà solo un’altra promessa a metà?

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