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Crisi Fiorucci: i licenziamenti di massa sembrano inevitabili

In seguito al piano di ristrutturazione dell’azienda, che ha come scopo quello di aumentare il proprio fatturato globale del 20%, nei giorni scorsi sono stati messi in mobilità 200 lavoratori della sede di Pomezia e 16 dello stabilimento di Parma.

 

La “soluzione” alla crisi

La riorganizzazione annunciata dall’azienda sta prendendo il via e a pagarne sono i dipendenti. Lunedi 27 novembre è infatti partita formalmente la procedura di mobilità, che rappresenta il primo passo verso il licenziamento; tale decisione è mossa dall’intenzione dell’azienda di incrementare il focus sui mercati esteri, quali Germania, Spagna, Francia e Inghilterra. Questo provvedimento che viene presentato come indispensabile per “salvaguardare il futuro dell’impresa” ha scatenato una guerra con i sindacati (Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Ugl Agroalimentare), che hanno richiesto un incontro urgente con l’azienda entro domani 1° dicembre.

 

Il piano aziendale

Claudio Rustioni, amministratore delegato di Fiorucci Spa, si è espresso sull’argomento giustificando la pianificazione e ha illustrato i prossimi passi dell’impresa: “Ci concentreremo sull’automazione e modernizzazione degli impianti, sull’acquisizione di distributori e catene retail nel Nord Italia e all’estero e sulla sicurezza sul lavoro e l’igiene per tutelare sia i nostri dipendenti che i clienti finali”. Le cifre del piano vedono fissati ben 30 milioni di euro in 6 anni, a fronte di 9 milioni all’anno di risparmi che si otterrebbero con il licenziamento dei lavoratori. Questi sono i numeri contestati dai sindacati, che provengono da investimenti effettuati dai gruppi esteri Navigator Group e White Park Capital, i quali posseggono ormai la totalità dell’azienda.

 

E i dipendenti?

Come affermato in una nota di Stefano Morea, Segretario Generale Flai Cgil Roma Lazio, e Alessandro Vona, Segretario Generale Flai Cgil Roma Sud Pomezia Castelli, in risposta al piano di mobilità aziendale, sono ben 211 i dipendenti che, come regalo di Natale, riceveranno il licenziamento e questi rappresentano più del 50% degli impiegati nella sede. Troppo spesso ormai, a rimetterci sono sempre i lavoratori; anche questa volta un’azienda di Pomezia, ed eccellenza italiana, una volta polo industriale di grandissima importanza, si depotenzia in nome di un ipotetico rilancio che pesa moltissimo sui dipendenti.

L’intervento del sindaco di Pomezia

“La situazione dell’azienda Fiorucci che riguarda il licenziamento di oltre 200 persone non può vederci inermi – ha dichiarato il sindaco di Pomezia Veronica Felici questo pomeriggio – Come Sindaco, ho il dovere morale di mettere in campo tutte le azioni in mio potere per scongiurare il peggio per i lavoratori. Il mio appello è rivolto a tutte le forze politiche del territorio e al Governo: in questi giorni siamo chiamati a raccolta sotto un un’unica bandiera, quella della difesa del lavoro e del futuro di decine di famiglie”. Il Primo cittadino ha poi esposto le azioni da mettere in campo con urgenza.

“Domani chiederò di convocare un’assemblea straordinaria dei Capi Gruppo in Comune con l’intento di programmare a stretto giro un Consiglio Comunale straordinario: è necessario trovare una via percorribile che consenta di dare voce ai lavoratori di Fiorucci nei luoghi preposti e per farsi ascoltare – in fretta e subito – da chi delle Istituzioni può intervenire per risolvere la complessa situazione”.

Riccardo Corrao

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