Si è spento ieri pomeriggio a Roma Sinisa Mihajlovic dopo una lunga battaglia contro la leucemia mieloide acuta. Una battaglia che come sempre da far suo non ha mai smesso di combattere con la solita grinta e dignità che ha sempre contraddistinto l’allenatore serbo.
Sinisa è stato tra l’altro allenatore tra i più amati e controversi dell’era Cairo, di sicuro l’unico vero cuore toro di questi diciotto anni di Presidenza. Sinisa si era davvero innamorato del Toro e della sua gente e fin dal primo minuto aveva compreso che la nostra non è una squadra qualsiasi e che rappresentava perfettamente ciò che era lui, ovvero lo spirito combattivo e il non mollare mai.
Era amato da tutti perché il tifoso si rispecchiava perfettamente in lui, l’unico davvero degno di rappresentare il Toro.
Già dalla sua prima conferenza stampa aveva capito tutto perfettamente, dicendo che “il Toro è un’altra cosa rispetto agli altri club, il Toro è fatto di anima cuore orgoglio lacrime sudore, come piace a me e avevo voglia di tornare in una società che mi somigliasse”. Questo era Sinisa, un guerriero ed un lottatore.
“Il Toro è abituato a lottare e combattere” diceva ed il suo Toro combatteva sempre e non mollava mai.
Sinisa non era abituato a scendere a compromessi, non lo ha mai fatto e per questo è stato allontanato da Cairo perché non era uno Yes Man, era contrario a quel “compromesso” che troppi allenatori che hanno seduto e che siedono la panchina granata sono abituati.
Sinisa era uno che non si accontentava del pareggino ma ci provava sempre a vincere perché ogni guerriero quando scende nell’arena lotta per vincere non per sopravvivere. Sinisa era quello che in un derby che stava dominando, toglie un difensore per inserire una punta e provare a vincere rischiando. Sinisa non era solito stare zitto e subire le decisioni ma difendere le proprie idee a qualunque costo. Sapeva rischiare valorizzando i giovani ma soprattutto il Toro giocava un calcio meraviglioso fatto di attacco, pressing e provarci sempre.
Il Toro di Sinisa è stato quello di Belotti capocannoniere con 26 reti ed il Toro secondo miglior attacco della Serie A. Sinisa è stato colui che ha avuto il coraggio di lanciare un ragazzino di belle speranze di sedici anni e che ora gioca nel Paris Saint Germain.
Ci mancherai tanto Sinisa, perché tu sei stato l’unico vero cuore granata degli ultimi vent’anni per davvero, avevi capito tutto tanto da portare in conferenza stampa uno dei tifosi storici, il magazziniere ed il figlio di Ferrini. Ecco ora che sei salito in cielo salutaci il grande capitano, la nostra farfalla e gli Invincibili perché anche tu sei come loro, un vero cuore toro.
Ciao Sinisa, Torino ti ama e ti amerà per sempre.
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