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BCE taglia ancora i tassi: cosa cambia davvero per i mutui

La BCE ha dato un nuovo taglio ai tassi d’interesse: ecco come tutto cambia per quanto riguarda i mutui per gli italiani, che novità

Christine Lagarde presidente della BCE
BCE taglia ancora i tassi: cosa cambia davvero per i mutui (Ansa Foto) – lecodellitorale

Una nuova sforbiciata, la settima consecutiva. Giovedì 17 aprile, da Francoforte è arrivato un altro segnale chiaro dalla BCE: i tassi di interesse scendono ancora, nella speranza di dare respiro all’economia europea. Il contesto resta incerto, tra tensioni internazionali e dazi in arrivo dagli Stati Uniti, ma almeno su un fronte – quello dell’inflazione – il clima appare più disteso. E proprio per questo, l’Eurotower ha deciso di agire ancora.

Il tasso sui depositi passa dal 2,50% al 2,25%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali dal 2,65% al 2,40%, mentre il tasso sui prestiti marginali scende dal 2,90% al 2,65%. Non solo numeri: questi aggiustamenti iniziano ad avere un impatto concreto sulle famiglie, in particolare su chi ha sottoscritto un mutuo o sta valutando di farlo. Ecco cosa cambia davvero nelle tasche dei cittadini.

Mutui a tasso fisso: quanto si può risparmiare

La buona notizia è che anche i mutui a tasso fisso, solitamente meno sensibili agli scossoni della politica monetaria, stanno iniziando a calare. Secondo le stime della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), il tasso medio potrebbe presto attestarsi attorno al 2,55%, ben distante dal 4% che molte famiglie hanno visto solo un anno fa.

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Mutui a tasso fisso: quanto si può risparmiare – lecodellitorale

Il vantaggio si fa sentire soprattutto per i finanziamenti di lunga durata. Per esempio:

  • Un mutuo da 100.000 euro a 20 anni vedrà una rata mensile più leggera di circa 76 euro.
  • Allungando a 30 anni, il risparmio sarà di 81 euro al mese.
  • Chi ha acceso un prestito da 250.000 euro a 30 anni potrebbe risparmiare fino a 203 euro mensili, cioè oltre 2.400 euro all’anno.

Insomma, anche solo pochi punti decimali fanno una differenza concreta. E in un momento di incertezza economica, ogni euro guadagnato su questo fronte diventa un piccolo sollievo nel bilancio familiare.

E per chi ha un mutuo variabile?

Il discorso è diverso ma non meno interessante per i mutui a tasso variabile. Qui l’impatto è più diretto, anche se con tempistiche meno immediate. Le rilevazioni di Facile.it parlano chiaro: per un finanziamento tipo da 126.000 euro in 25 anni, la rata media potrebbe scendere sotto i 600 euro, contro i 752 euro che si registravano a dicembre scorso.

È comunque una cifra più alta rispetto ai 456 euro di metà 2022, prima che iniziasse la stretta sui tassi, ma il trend è chiaro: si va verso una normalizzazione. E questo cambia anche le prospettive per chi oggi è in cerca di una casa. La distanza tra i tassi fissi e quelli variabili si sta assottigliando: ad aprile 2025, i primi sono attorno al 2,2%, i secondi al 2,6%, secondo mutuionline.it.

In questo scenario, potrebbe tornare appetibile anche il tasso variabile, a lungo considerato troppo rischioso. Ma la vera differenza la farà, come sempre, la capacità di valutare bene la propria stabilità economica e i margini di manovra a lungo termine.

Il contesto: meno inflazione, ma più incertezze

La BCE ha deciso di allentare la presa non perché tutto vada per il meglio, ma perché alcune pressioni – in primis l’inflazione – sembrano essersi allentate. Restano però i nodi di fondo: dalla frenata dell’economia alla nuova ondata di tensioni geopolitiche. E questo obbliga le famiglie a restare vigili, soprattutto chi ha impegni finanziari importanti come un mutuo.

I tagli ai tassi sono un aiuto, ma anche un invito implicito a fare scelte consapevoli. I margini per risparmiare ci sono, ma non durano in eterno. Il momento giusto per rinegoziare un prestito, cambiarlo o accenderne uno nuovo, forse, è proprio adesso. Ma conviene sempre valutare caso per caso, magari con il supporto di un consulente o comparando le offerte in modo approfondito.

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