Il caldo non dà tregua e così i romani si rifugiano nei luoghi marini: ecco la situazione delle spiagge più vicine alla città

Hai mai sentito il caldo che ti rimbalza addosso già alle otto del mattino? Di quelli che ti spingono fuori casa solo per cercare un po’ di vento, o magari una doccia d’acqua salata. È quello che è successo domenica 29 giugno, una giornata incandescente in cui la colonnina di mercurio ha sfiorato i 40 gradi per il terzo giorno di fila.
Roma ha ricevuto il suo ennesimo “bollino rosso” proprio nel giorno dei santi patroni, San Pietro e Paolo. E così, migliaia di romani hanno deciso che il modo migliore per sopravvivere era uno solo: andare al mare. Chi ha scelto le spiagge libere di Ostia, si è trovato davanti uno scenario abbastanza organizzato.
Nella zona di Ponente, le tre spiagge comunali — soprannominate rossa, Cotto e Ocra e Senape/Limone — sono gestite direttamente dal Campidoglio e offrono servizi essenziali come il salvataggio e i bagni. Proseguendo verso il porto, invece, ci sono sei aree gestite da privati: anche qui, spiagge libere ma attrezzate, con lettini e sdraio a noleggio. Un’alternativa per chi cerca un minimo di comfort senza esagerare con la spesa.
Tra stabilimenti bloccati e solidarietà (a metà), l’estate parte a rilento
Certo, chi ha deciso di investire qualche euro in più e puntare sugli stabilimenti balneari di Ostia, ha avuto una sorpresa non proprio piacevole. Non tutti sono operativi: a causa di sospensioni e sigilli arrivati anche nell’ultima settimana di giugno, molti sono rimasti chiusi.
Qualcuno si è salvato grazie alla solidarietà tra imprenditori del settore, che hanno messo a disposizione circa 400 lettini al giorno, ma — dettaglio non da poco — questa iniziativa non vale nel weekend. Dalla prossima settimana potrebbero aprirne altri sei, grazie a un’aggiudicazione provvisoria avvenuta giovedì scorso. Ma per ora, l’offerta resta limitata a una ventina di stabilimenti realmente attivi.
Chi ha preferito la natura più selvaggia e si è spinto fino a Capocotta, invece, è andato sul sicuro. Lì la maggior parte dei chioschi è già assegnata dallo scorso anno, e i servizi funzionano: lettini, ristorazione, bevande fresche. Un’oasi nel deserto, se non fosse per il solito nodo irrisolto dei parcheggi. Mancano gli stalli regolari e, inevitabilmente, il fenomeno dei parcheggiatori abusivi torna a galla. Una realtà che ogni estate si ripresenta, puntuale come il caldo africano.
Castel Porziano, la “spiaggia dei romani”… ma senza acqua né docce
Ma il vero colpo al cuore lo hanno sentito quelli che si sono avventurati verso Castel Porziano. Chi sperava di trovare un ambiente spartano ma accogliente, ha fatto i conti con fontanelle fuori uso, chioschi chiusi e nessuna doccia funzionante.

“Siamo entrati dal sesto cancello e per bere abbiamo dovuto camminare fino al quarto”, racconta Chiara, una delle tante bagnanti delusi. L’acqua del mare è pulita, sì, ma i servizi di base semplicemente non ci sono. Per ora, l’unica soluzione è arrangiarsi: borse termiche, ombrelloni portati da casa e tanta pazienza.
La buona notizia è che qualcosa si muove. Il Comune ha già aperto un bando per la gestione di cinque lotti che coprono tutti i cancelli, con scadenza proprio il 30 giugno. Se tutto andrà liscio, nei prossimi giorni potrebbero partire i primi allestimenti.
Ma intanto, chi sceglie questa spiaggia storica lo fa sapendo che dovrà fare un tuffo anche nel passato, quando andare al mare significava portarsi tutto da casa, pure la speranza che il bagno non fosse troppo lontano.
In fondo, il mare resta sempre un rifugio. Anche se imperfetto, anche se a volte faticoso. Ma con temperature così, viene da chiedersi: quanto siamo disposti a sopportare pur di sentire un po’ di brezza salmastra sul viso?