Uscirà nelle sale del cinema giovedì 20 gennaio “TakeAway” lungometraggio di Renzo Carbonera con Libero De Rienzo e Carlotta Antonelli che, attraverso una storia di sport, racconta il delicato ed ancora poco affrontato problema del doping nello sport. Un tema delicato, poco trattato. Il film intende focalizzare il dibattito su questo fenomeno con delicatezza e umanità, concentrandosi sui rapporti umani che ci stanno dietro, sulle storie e le motivazioni dei personaggi, che seguono uno schema spesso comune a molti atleti e giovani che si avvicinano allo sport, sulle origini e sui moventi, sugli effetti psicologici e fisici che ne conseguono.
Dopo il successo nella recente uscita al Festival del Cinema di Roma, dopo i riconoscimenti internazionali, sarà proiettato in tutti i cinema. Prima di uscire ha già ricevuto il premio speciale della giuria al Festival del cinema di Villerupt in Francia e Lussemburgo.
“Un tema da discutere con la massima determinazione per contribuire a salvare tantissimi atleti soprattutto giovani che si avvicinano allo sport, sia amatoriale che quello professionistico e che lo debbono fare con il massimo rispetto per la propria salute e la correttezza sportiva”. A parlare è Giuliana Salce, romana, classe 1955, atleta che ha portato l’Italia sul tetto del mondo in Atletica Leggera, specialità “marcia”. Medaglia d’Oro ai Campionati del Mondo – Parigi 1985, Medaglia d’Argento – Indianapolis 1987 e Liévin 1987, detentrice di oltre 12 Titoli Italiani assoluti e che da sempre si è battuta contro il doping nello sport e per uno sport diffuso soprattutto fra la natura e l’ambiente. Tanto da essere attualmente fra i massimi dirigenti a livello nazionale del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale.
“Nella straordinaria interpretazione dell’attrice Maria (Carlotta Antonelli) nel ruolo proprio di una marciatrice, ho rivisto me stessa, la mia storia, la voglia di emergere a tutti i costi, anche con scorciatoie non legali, autodistruttive per la salute ed il fisico di chi le assume. Scorciatoie come il doping che portano a sfalsare le gare, il tutto organizzato da soggetti senza scrupoli che guadagnano con le atlete e gli atleti, in un meccanismo che in molti casi, con spregiudicatezza, non rispetta alcuna regola legale”.
“Quando ho sbagliato assumendo per un breve periodo le sostanze dopanti, mi sono immediatamente autodenunciata, consentendo alla giustizia di fare il proprio corso, per l’amore per lo sport e per impedire ad altri di fare il medesimo gravissimo errore. Un’esperienza – prosegue Giuliana Salce – che ho raccontato nei miei libri, con una rappresentazione teatrale ed ora è descritta magistralmente in un film, che narra una storia analoga alla mia. Lo sport è vita ripeto agli studenti ed ai giovani che incontro – conclude la Salce- lo sport è rispetto per noi stessi e per le regole, ogni scorciatoia deve essere contrastata ed oggi tale messaggio lo possiamo vedere anche al cinema con un eccezionale film, “TAKEAWAY” che sta riscuotendo già importanti riconoscimenti anche fuori dai confini del nostro Paese e che sicuramente avrà un grandissimo successo nelle sale cinematografiche”.