Padre e figlia in un rocambolesco road trip, un’avventura piena di ironia alla ricerca dell’identità e delle origini, tra paesaggi di sogno e personaggi memorabili verso una terra promessa impossibile: questo è Yomurí, il nuovo romanzo di Cynthia Rimsky, in uscita per Edicola Edizioni il 17 maggio 2023.
La quinta moglie di Kovacs, ormai anziano, capriccioso e pieno di acciacchi, non lo vuole più intorno e la figlia Eliza si trova costretta a cercare una soluzione che non sia una casa di riposo. I due partono così alla volta di Yomurí, il paese dove il vecchio sostiene che viva la sorellastra di Eliza, che lo avrebbe invitato ad abitare con lei. Soprattutto, lo guida un sogno: quello di riunire e riappacificare la famiglia divisa. Lungo il viaggio, padre e figlia si trovano in una serie di situazioni surreali, verso un luogo che sembra impossibile da raggiungere, e presto insieme a una carovana di persone unite dalla ricerca di una terra originaria in cui sperano di trovare la propria vera identità. L’incontro tra le serafiche e ostinate illusioni del padre, la natura dubbiosa della figlia, i miti e le ideologie dei compagni di viaggio, innescano situazioni divertenti e amare allo stesso tempo, mentre i protagonisti si confrontano con le fantasie e le aspettative legate all’invecchiamento e alla scomparsa, con l’impossibile sogno di un’origine, con il precario equilibrio tra presente, memoria e oblio, tra individuo, legami familiari e comunità.
Con questo romanzo l’autrice vuole decostruire e burlarsi, sempre con profonda empatia, del tema della ricerca dell’identità, missione impossibile e spesso ingenua, performativa. Per farlo, ha posto il dubbio a motore dell’azione, costruendo un meccanismo narrativo capace di far saltare tutte le storie che i personaggi si raccontano e di cui cercano disperatamente di convincersi. L’ispirazione e il nome dell’ultimo romanzo di Rimsky vengono infatti da una falsa leggenda che a Cuba l’autrice ha sentito raccontare agli impressionabili turisti assetati di esotismo. Nasce da lì questa commedia umana con il gusto per l’assurdo e piena di tenerezza, quest’anti-epica capace di conservare nel proprio cuore un commovente elemento magico-mitico.
Frutto di 12 anni di lavoro, Yomurí – seguendo Il futuro è un posto strano e Autostop per la rivoluzione, entrambi vincitori del prestigioso Premio Municipal de Literatura – conclude così idealmente una trilogia dedicata al rapporto tra memoria, responsabilità e identità, in cui hanno fatto da filo conduttore l’ironia, la scrittura visionaria e la complessità matematica di personaggi ed eventi. Un’avvincente costruzione finzionale che in fin dei conti parla della tensione tra ciò che ci si aspetta di essere, ciò che si è e ciò che accade nella realtà, e che nel frattempo affronta i temi del rapporto tra generazioni, della storia e della condizione dei popoli originari, dello sradicamento e di ciò che si è disposti a fare per la libertà, propria e condivisa.
“Avere ventitré anni e cercare la propria identità, credere che qualcosa del genere esista e sia sostenibile, che il senso si trovi lì, nel sapere chi si è”.