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Editoriale

I VENTI DI GUERRA E I FANTASMI DI TSUSHIMA

 26 APRILE 2017
 – Quando si parla di Korea, bisogna stare sempre attenti e non dare nulla per scontato. Del resto l’Afganistan , l’Iraq e la Libia ci insegnano che non esistono facili vittorie o scorciatoie. Per quanto riguarda i protagonisti di una ipotetica, probabile, possibile ulteriore guerra “calda” , ci sarebbe uno scambio di ruoli da giapponesi e russi a nord coreani e americani ora alleati di giapponesi e sud coreani, stante il convitato non di pietra cinese. Nel Mar del Giappone l’umanità pagò già nel 1905 un pesantissimo tributo di vite e probabilmente gli Zar anticiparono la loro stessa fine, con la pesantissima sconfitta subita dalle loro flotte da guerra nello Stretto di Korea, il 27 e 28 maggio di quell’anno. L’incipiente crisi al sapor di nucleare ricorda peraltro le orribili esperienze di Hiroshima e Nagasaki il 6 e 7 agosto del 1945. Ma torno alla storica battaglia navale di Tsushima, ultima e decisiva del conflitto russo – giapponese, in cui la marina imperiale del Sol Levante distrusse i due terzi di quella zarista. A gestire due anni di carneficina e di rottamazione di cannoniere due grandi Ammiragli come Togo Heihachirò e Zinovij Petrovič Rožestvenskij. Di questa “madre di tutte le battaglie navali” ne ha fatto un romanzo Frank Thiess, appunto dal titolo “Tsushima”.

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