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Usmia Carabinieri su aggressione Locorotondo: “Serve piano urgente”

Dovevamo davvero aspettare che il video dell’aggressione a un Carabiniere da parte di un delinquente diventasse virale per suscitare tutta questa indignazione pubblica? O siamo di fronte alla solita suggestione collettiva che, sotto un velo di ipocrita solidarietà, ci unisce tutti in un’effimera reazione destinata a svanire nel nulla? Queste sono le principali domande che Carmine Caforio, Segretario Generale dell’U.S.M.I.A. Carabinieri, rivolge preoccupato al Governo e ai vertici militari. Purtroppo, come noto a tutti, l’aggressione subita dal Carabiniere di Locorotondo rappresenta un’inquietante routine che le Forze dell’Ordine vivono quotidianamente, afferma Caforio e sottolinea: “Durante la mia ultra trentennale esperienza operativa nell’Arma, non ricordo di aver mai visto un delinquente finire in galera per aver aggredito un servitore dello Stato. Al contrario, ho visto molti colleghi subire – da innocenti – lunghi ed estenuanti processi giudiziari, procedimenti disciplinari e trasferimenti d’autorità per aver legittimamente utilizzato la forza nei confronti di pericolosi criminali, pagando di tasca propria le spese legali con conseguenti e irreversibili danni economici, familiari e di carriera. Come mai, in questo caso, ci stupiamo tutti perché quel facinoroso non è stato arrestato? Anche su questo ci sarebbe da fare un’attenta analisi, soprattutto di natura giuridica, ma ci porterebbe lontano dall’argomento attuale, molto vasto e complesso.”

Negli ultimi anni, si registra un aumento delle aggressioni contro le Forze dell’Ordine, un fenomeno che desta un preoccupante allarme sociale, al quale sembra non si voglia porre un concreto rimedio. Per questo motivo Caforio dice basta alle “chiacchiere”, è ora di passare ai fatti e dichiara: “Urge un intervento normativo che tuteli concretamente le donne e gli uomini in uniforme e renda più severe le pene per i reati commessi contro chi – a qualsiasi titolo – rappresenta lo Stato in nome della Giustizia. Ma ciò non è sufficiente, c’è anche bisogno di una riforma strutturale per potenziare la formazione e l’addestramento degli operatori di polizia, specialmente nelle tecniche di immobilizzazione e di difesa personale.”

Per fronteggiare questa emergenza l’U.S.M.I.A. Carabinieri chiede al Governo di imporre alle Amministrazioni competenti l’introduzione di corsi di addestramento e formazione fisica e psichica, rendendoli obbligatori all’interno delle attività di servizio. Un passo ormai indispensabile per garantire la sicurezza e l’efficienza operativa dei nostri Carabinieri. Nelle grandi città le strutture esistenti presso i centri di addestramento militare potrebbero ospitare queste sessioni, grazie anche all’impiego di istruttori di difesa personale qualificati di cui l’Arma già dispone.

Tali attività vanno poi implementate con il prezioso supporto di psicologi che andrebbe a perfezionare l’ambizioso programma. Il progetto verrebbe realizzato a costo zero, mentre nelle realtà più piccole si potrebbero stipulare, con minimi investimenti, convenzioni con palestre locali, garantendo così una formazione omogenea e capillare su tutto il territorio nazionale.

Caforio conclude: “In un’epoca in cui i valori umani e il rispetto per le istituzioni sono costantemente posti in discussione, è cruciale investire nella formazione fisica e psichica dei nostri militari, che spesso, anche a causa di organici ridotti all’osso, sono costretti a intervenire – da soli – in situazioni critiche. Un programma che deve entrare a far parte della cultura operativa dell’Arma dei Carabinieri, non solo per mantenere un adeguato standard di efficienza, ma anche per diminuire lo stress e i rischi sui luoghi di lavoro, così assicurando al personale di essere sempre reattivo nell’affrontare – mentalmente e fisicamente – situazioni di pericolo con prontezza e proporzionata determinazione, a difesa della sicurezza del cittadino”.

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