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Uranio impoverito: la storia di Andrea Antonaci

Andrea Antonaci, sergente maggiore dell'esercito
Andrea Antonaci, sergente maggiore dell’esercito, deceduto per Linfoma di Hodgkin

Storia di una vittima della “sindrome dei Balcani”

Andrea Antonaci, sergente maggiore della 7^ Direzione Genio Militare di Firenze, rimane in Bosnia per l’operazione di peacekeeping. Ovvero, il mantenimento della pace nei Balcani, dal 1° settembre 1998 al 28 febbraio del 1999.

Sembra una storia come tante. Un militare costretto ad allontanarsi dai suoi affetti per lunghi periodi, ma in realtà il destino del sottufficiale verrà segnato in maniera drammatica.

Al rientro dal servizio, Andrea comincia a non stare bene e ad accusare una strana tosse. I sanitari riscontrano il Linfoma di Hodgkin. Ha bisogno di cure immediate ma ci vogliono anche molti soldi. C’è un presupposto fondamentale: se la patologia non rientra nelle cause di servizio, “il ministero della Difesa non può pagare ciò che è collaterale alle cure”. Quindi, viaggi, assistenza, alberghi, non sono rimborsati. “Qui comincia il calvario”, mi spiega Salvatore Antonaci, il papà.

Il suo reparto si sistema nella caserma Tito Barak. È proprio tra i militari delle forze alleate che alloggiano alla Tito Barak che si riscontra, poi, la più alta concentrazione di malattie e di decessi causati da linfomi.

La prima vittima della Sindrome dei Balcani

Nonostante le sue condizioni di salute, Andrea e la sua fidanzata decidono di sposarsi, convinti che insieme avrebbero sconfitto questo brutto male. Il 9 settembre del 1999 muore Salvatore Vacca, che verrà ricordato come la prima delle vittime della “Sindrome dei Balcani”.

La morte di Salvatore insospettisce Andrea, che si documenta e viene a conoscenza di altri militari colpiti dalla stessa patologia. Gli amici dell’interforze in Bosnia lo tengono informato via e-mail.

Il 5 dicembre del 2000 si sottopone a una TAC. “Uscì di là che scoppiava dalla gioia che aveva superato, diciamo, questa malattia”, dice mamma Grazia. Il giorno seguente, invece, a causa di complicazioni ai bronchi lo mettono in isolamento. Una settimana dopo, è il 12 dicembre 2000, il suo cuore cessa di battere.

La denuncia di Andrea in televisione e sulla stampa non resta inascoltata e nei giorni successivi la sua morte, il Governo istituisce la commissione Mandelli, per verificare l’eventuale nesso tra le patologie di cui sono vittime i militari e l’Uranio Impoverito.

Il 3 novembre 2012 una sentenza del Tribunale civile di Roma stabilisce il nesso causale fra il linfoma di Hodgkin contratto da Andrea Antonaci e l’esposizione all’U235; il ministero della Difesa è condannato a pagare quasi un milione di euro ai familiari.

Il supporto dell’ONA per le vittime di uranio impoverito

L’Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso il suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, ha istituito un Dipartimento a tutela quei lavoratori del personale civile e militare delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza, esposti ad uranio impoverito e/o vittime dei vaccini, attraverso il servizio di assistenza medica e difesa legale.

L’Osservatorio Nazionale Amianto si è impegnato e si impegna per la tutela anche dei famigliari delle vittime (che hanno purtroppo raggiunto il numero impressionante di 340 decessi e di 4.000 casi di malattie per causa di servizio).

Per saperne di più consulta il seguente link.

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