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TVA, il tram che non parte: cosa succede davvero alla nuova linea di Roma?

Tramvia, continua il caos a Roma: cosa sta accadendo alla linea della città, tra ritardi ed incomprensioni

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TVA, il tram che non parte: cosa succede davvero alla nuova linea di Roma? (Ansa Foto) – lecodellitorale

Lo avevano annunciato per gennaio 2025, poi è slittato a giugno, e infine a settembre. Ma oggi, a guardare le cose come stanno, viene da chiedersi se quel cantiere partirà davvero prima del prossimo anno. Parliamo della linea tranviaria Termini Vaticano Aurelio, per gli amici TVA, che nella sua prima tratta dovrebbe collegare Giureconsulti a Porta Cavalleggeri. Doveva essere la parte “semplice”, lontana dalle complessità del centro storico. Ma, come spesso accade nei progetti pubblici, la realtà è molto più tortuosa delle previsioni iniziali.

Nonostante il via libera arrivato ad aprile in conferenza dei servizi sul progetto definitivo, manca ancora l’ok al progetto esecutivo: quel documento cruciale che traduce le idee in lavori concreti, specificando ogni dettaglio costruttivo. E in effetti, si è inceppato qualcosa.

Il Comune, nel tentativo di evitare scavi e disagi durante il Giubileo del 2025, aveva deciso di puntare su questa prima tratta, considerandola più gestibile. Ma tra approvazioni lente e difficoltà logistiche, oggi i tempi si stanno allungando, e il cantiere della TVA rischia di rimanere un cantiere solo sulla carta ancora per mesi.

Deposito o problema? Il nodo di largo Micara

Uno dei colli di bottiglia principali riguarda l’area di largo Micara. Inizialmente doveva ospitare solo un parcheggio per i tram, ma strada facendo si è optato per un vero e proprio deposito. Una scelta tecnica sensata, ma non certo semplice da attuare: l’area è stretta, vicina a via Gregorio VII, e già durante la conferenza dei servizi sono emerse criticità su impatti e accessibilità.

Questo intoppo sta rallentando l’approvazione del progetto esecutivo e rischia di compromettere l’intero cronoprogramma. Intanto, i 273 milioni previsti per la TVA (di cui 120 stanziati attraverso fondi europei per la prima tratta) iniziano a pesare come un conto in sospeso.

Se l’obiettivo di completare tutto entro la scadenza del 30 giugno 2026 appare oggi sempre più irraggiungibile, si spera almeno di iniziare i lavori subito dopo l’estate, confidando in una possibile deroga europea alle scadenze del Pnrr. Un tema su cui anche il Governo si sta muovendo, proprio per salvare i cantieri in ritardo sparsi per il Paese.

Una linea ancora in cerca di sé stessa

Ma mentre il primo tratto fatica a partire, del secondo si sa ancora pochissimo. La tratta da piazza Venezia a Termini, quella più complessa e centrale, è ancora tutta da progettare. Il nodo è via Nazionale: passaggio strategico ma delicatissimo per i flussi di traffico e per l’impatto urbano.

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Una linea ancora in cerca di sé stessa (- lecodellitorale

Inoltre, non essendo coperta dai fondi europei, la seconda parte della TVA non ha scadenze così vincolanti, e questo, paradossalmente, la lascia in un limbo ancora più incerto. Di fatto, al momento, i tram dovrebbero arrivare solo fino a piazza Venezia. E poi? Si vedrà.

In tutto questo, l’attuale amministrazione capitolina – e forse anche quella che verrà, se ci sarà un “Gualtieri bis” – continua a scommettere su un’opera che, almeno sulla carta, avrebbe potuto rivoluzionare la mobilità in uno dei settori più congestionati della città. Ma tra ritardi, modifiche e difficoltà operative, il rischio è che la TVA diventi l’ennesimo progetto ambizioso che si arena contro la complessità romana.

E allora viene da chiedersi: questa linea vedrà mai la luce? Oppure resterà uno dei tanti sogni su rotaia rimasti a metà, come troppi altri nel passato recente della capitale?

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