Tra i destinatari del provvedimento cautelare figura un pregiudicato molto noto negli ambienti del crimine, fratello di un capo clan di etnia rom operante nella zona pontina, con numerosi precedenti penali e di polizia connessi a rapine, usura, detenzione di armi, ricettazione, plurime violazioni delle misure di prevenzione.
L’attività trae origine dal sequestro di 80 chilogrammi di cocaina eseguito nel porto di Livorno da funzionari del locale Ufficio delle Dogane e dai finanzieri del Gruppo di Livorno. Droga che era destinata ad Aprilia.
La cocaina sequestrata, una volta lavorata ed immessa sul mercato con la vendita al dettaglio, avrebbe fruttato 19 milioni di euro.
I narcotrafficanti erano riusciti a fare arrivare in Italia tale quantitativo in un container proveniente da San Antonio (Cile), all’interno del quale era stata caricata una cisterna di grosse dimensioni, sostenuta da due grandi supporti di metallo, all’interno dei quali erano state ricavate delle intercapedini dove erano occultati ben 160 panetti di cocaina purissima dal peso di 500 grammi ciascuno.
L’ingegnoso stratagemma a cui avevano fatto ricorso i corrieri per occultare la droga e non renderla visibile ad occhio nudo non è stato sufficiente ad eludere i controlli. L’individuazione del carico è stata resa possibile anche grazie all’utilizzo dello scanner a disposizione dell’Ufficio delle Dogane di Livorno, che ha evidenziato un’anomalia all’interno dei supporti di metallo, tanto da allertare i funzionari doganali e i finanzieri che hanno deciso di approfondire l’ispezione. Il successivo taglio dei manufatti in metallo ha, così, consentito di rinvenire e sequestrare la sostanza stupefacente occultata nei sostegni di acciaio della cisterna fabbricati ad hoc con doppi fondi.
Le indagini, anche di natura tecnica, nell’ambito dell’operazione denominata “White Iron” hanno permesso di individuare il sodalizio criminoso che ha effettuato l’importazione dell’ingente partita di cocaina.
Dalle investigazioni è emerso, infatti, che la cisterna con la sostanza rinvenuta nel porto era destinata a soggetti pluripregiudicati della zona pontina laziale, C.L. di 48 anni, A.B. di 48 anni e P.C. di 53 anni.