Tre personaggi femminili con la voglia di essere altro da quello che sono: c’è Crisotemi interpretata da Carlotta Gamba che è madre ed è figlia, c’è Elettra che è una figlia orfana ben resa da Flaminia Cuzzoli, e c’è Manuela Kustermann nel ruolo di Clitennestra che è vittima ma anche carnefice. Al Teatro Vascello in via Giacinto Carini in Roma è di scena “Elettra – Tanta famiglia, e così poco simili”. Prodotto da La Fabbrica dell’Attore, è un’opera di cinquanta minuti. Non solo, piuttosto è “una grande messa in scena della psiche, con i protagonisti alla ricerca della parole con cui raccontarsi. Quelle parole, quella lingua, che non hanno accesso agli abissi della vita”, dice Andrea Baracco, regista di questa riscrittura del classico sofocleo. E giù all’inciampo linguistico. Largo all’incapacità di finire una frase, un pensiero, un giudizio di senso compiuto. “Le tre donne, immerse nella più assoluta solitudine, non sono, in verità, mai sole. Uomini, per lo più mezzi uomini, spiano da ogni angolo e giudicano le azioni delle loro madri, figlie, sorelle, amanti. I legami sono spezzati per sempre – racconta Baracco che “lascia vivere i personaggi in un’ebrezza feroce, senza tregua, in una sorta di spazio onirico in cui si è più ombra che figura”. C’è tanta, forse anche troppa famiglia, dentro le teste delle tre donne. Sconnessa ma pur sempre famiglia.
In una scena scura, emergono i personaggi sul ciglio degli inferi. Elettra “è compagna fedele e ossessiva della morte: la ricorda, la invoca, la minaccia. In questa ossessione – spiega Roberta Ascarelli, insegnante di Letteratura tedesca all’Università di Siena e Letteratura ebraica contemporanea al Corso di Studi Ebraici dell’Ucei – la natura la possiede: è un “gatto selvatico” per le donne del coro “una pantera” per il pubblico che assiste alla prima rappresentazione, “un animale nel suo covo”, nelle didascalie dell’autore. Si sfaldano tra gesti e grida sconnessi i confini della sua personalità in un offrirsi impudico e malato che la coinvolge insieme alla madre e sorella in una dimensione che accoglie tutte le suggestioni della Nervenkunst asburgica”.
Chi scrive era presente alla prima dello spettacolo che replica ancora dal martedì al venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17, fino al 3 aprile 2022, presso il teatro Vascello di Roma.
Prezzi intero € 25, ridotto over 70 €18, ridotto under 26 €15, info 065898031