Roma, sequestri al mercato dell’Esquilino: i carabinieri scoprono una situazione davvero preoccupante

Il mercato rionale dell’Esquilino, cuore pulsante della capitale, è tornato sotto i riflettori dopo una serie di controlli da parte delle forze dell’ordine che hanno portato a nuovi sequestri alimentari e a pesanti sanzioni per le attività commerciali della zona.
Cinque negozi sono stati sanzionati e diversi alimenti, ritenuti non conformi agli standard di sicurezza igienico-sanitaria, sono stati sequestrati e smaltiti. Quello che ha suscitato preoccupazione è che questo non è certo un caso isolato. Si tratta infatti del quarto blitz dei carabinieri in pochi mesi, un dato che dimostra la gravità della situazione.
I controlli, che sono stati eseguiti congiuntamente dai carabinieri della stazione di piazza Dante e dal personale medico e veterinario dell’ASL Roma 1, hanno rivelato carenze igieniche gravi, soprattutto nelle macellerie e nelle pescherie del mercato.
L’intervento delle autorità: le motivazioni e le sanzioni
La scarsa qualità della conservazione degli alimenti, unita a un evidente mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie, ha costretto le autorità a intervenire prontamente. Tre chili di carne sono stati sequestrati in due macellerie, mentre circa sei quintali di pesce sono stati sequestrati in altre tre attività commerciali.

Le sanzioni amministrative inflitte sono salite a oltre 5.000 euro, ma quello che più preoccupa è il rischio sanitario per la clientela del mercato, con il valore commerciale dei prodotti sequestrati che ammonta a circa 20.000 euro. Questa non è la prima volta che il mercato dell’Esquilino finisce sotto la lente d’ingrandimento delle autorità. In realtà, solo da ottobre 2024, questo è il quarto episodio di sequestri e sanzioni che colpiscono le attività commerciali della zona.
Un problema ricorrente che sembra non voler trovare soluzione. A ottobre 2024, un primo intervento dei carabinieri aveva portato al sequestro di 11 chilogrammi di granchio blu senza tracciamento, ma anche carne e pesce conservati in condizioni precarie. Due mesi dopo, a dicembre, furono sequestrati 50 chilogrammi di carne, mentre più recentemente, a metà marzo 2025, altri 1.500 chilogrammi di carne deteriorata vennero confiscati.
Il caso delle pescherie gestite da cittadini bengalesi e delle macellerie di etnia egiziana e cinese solleva inoltre interrogativi anche sul tema dell’inclusività e sulla gestione delle attività commerciali in uno dei quartieri più multietnici di Roma. Sebbene queste problematiche riguardino la sicurezza alimentare e non la provenienza degli operatori, è difficile non riflettere sull’importanza di un controllo rigoroso delle attività in una zona così importante per la città.
Sequestri all’Esquilino, scatta il campanello d’allarme
Le sanzioni e i sequestri non sono solo una questione di numeri: si tratta di un campanello d’allarme su come viene gestita la qualità degli alimenti e la sicurezza del mercato rionale, che quotidianamente accoglie decine di clienti, molti dei quali residenti nel quartiere o turisti attratti dalla sua fama.
La domanda che resta è: come mai, nonostante gli interventi continui delle forze dell’ordine, queste carenze igieniche non vengono risolte definitivamente? E cosa si potrebbe fare per evitare che episodi come questi si ripetano?
La situazione del mercato dell’Esquilino ci invita a riflettere sull’importanza di un controllo costante e sulla responsabilità di chi gestisce le attività commerciali.
Se il mercato vuole mantenere la sua funzione come punto di riferimento per la comunità locale, è necessario che la sicurezza alimentare e le condizioni igieniche siano messe al centro della sua gestione. I sequestri e le sanzioni potrebbero essere la risposta necessaria per fare chiarezza e ristabilire la sicurezza, ma è essenziale che ci sia un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti, dalle autorità locali ai commercianti.