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SCHIACCIANOCI IN PUREZZA AL TEATRO OLIMPICO FINO ALL’11 DICEMBRE

Non è Natale senza “Lo Schiaccianoci” a teatro. Balletto Biedermeier di E.T.A. Hoffmann che affonda le radici nel romanticismo tedesco del primo Ottocento, nella versione coreografica di Luciano Cannito ha una lettura decisamente onirica. Bella l’interpretazione. La musica? Zuccherosa ma non glicemica. Le parrucche? Incipriate quanto basta. Poco male se manca la “celesta” per la musica che, per chi non la conosce, è la variante dello xilofono nella versione metallofona, a percussione, inventata al tempo di Tciajkovskj. Sono invece ottimi i solisti nei vari passi a due. Il balletto piace. Alla prima dell’Immacolata non è mancato perfino qualche applauso a scena aperta per il corpo di ballo femminile nel valzer dei fiocchi di neve. Fa nulla se è solo accennata la gag comica dei due nonnetti molleggianti, tornati a nuova giovinezza nella danza Grossvae. Perché è su Drosselmeyer, l’orologiaio alle prese con le sue bambole meccaniche, che Cannito fa la differenza e propone “Lo Schiaccianoci” in purezza, alla maniera di Petipa, sul quale pendono dubbi in merito alla paternità del balletto. Dettaglio ininfluente sul palco del Teatro Olimpico di Roma dove, fino all’11 dicembre, i trenta interpreti del corpo di ballo Roma City Ballet Company – con la partecipazione degli allievi dell’Accademia Art Village – ottimamente incornicia le due étoile internazionali. Ieri è stata la volta dei primi ballerini del Teatro dell’Opera di Dresda, Kanako Fujimoto (Fata Confetto) e Denis Veginy (principe), ma nelle prossime recita saranno i primi ballerini del Teatro dell’Opera di Berlino Yolanda Correa (Fata Confetto) e Dinu Tamazlacaru (principe) a incantare il pubblico di piazza Gentile da Fabriano 17d. Impossibile non tornare bambini per ascoltare questa favola natalizia che merita, eccome se merita. Perché saranno gli splendidi costumi di Giusi Giustino indossati dal corpo di ballo. Saranno le scenografie di Italo Grassi. Saranno le luci di Alessandro Caso. Fatto è che “Lo Schiaccianoci nella nuova produzione di Fabrizio di Fiore Entertainment ci si sente catapultati in un mondo parallelo attraverso un caleidoscopio di forme e colori, non è vero”? Mi dice entusiasta il vicino di poltrona a teatro: i suoi occhi brillano al punto giusto. Tanto basta per ricordare la trama de “Lo Schiaccianoci”. Me la riassume proprio l’uomo seduto accanto a me, nell’intervallo delle due ore di balletto: “Cena di Natale in casa Stralhbaun dove è presente l’amico di famiglia Drosselmeyer che intrattiene gli invitati con giochi di prestigio. A Clara, figlia degli Stralhbaun, viene donato uno schiaccianoci la cui forma rappresenta un soldatino. Alla fine della serata Clara gli si addormenta abbracciata ed è in quel preciso momento che viene catapultata in un mondo fantastico. Popolato da eserciti di topi sotto il comando del “Re dei Topi”. Farcito di dolci che si animano fino a diventare personaggi. E poi c’è Fritz, il suo schiaccianoci, che si trasforma in uno splendido principe. Per quanto apparentemente palpabile e materico, tutto si rivela un sogno, un bellissimo sogno fino a quando Clara si risveglia accanto all’albero di Natale, stringendo il suo schiaccianoci tra le braccia”. Il risultato è a dir poco magico. Merito dell’Accademia Filarmonica Romana, che può vantare fino ad oggi quasi tutti sold out nei teatri dove è stato rappresentato (Teatro Massimo di Palermo, Teatro San Carlo di Napoli, Auditorium della Conciliazione di Roma, Teatro Atlantico di Roma).

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