“Expo Roma 2030 è un’opportunità per la città, per l’Italia, per l’Europa e per i partecipanti. È l’Expo per il progresso universale e non l’Expo delle rappresentazioni individuali”. Lo ha detto al “Sole 24 Ore” l’ambasciatore Giampiero Massolo, diplomatico di lungo corso, numero uno di Ispi e di Atlantia, ex direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, dallo scorso aprile designato ufficialmente alla presidenza del Comitato promotore di Expo Roma 2030. Una sfida per il Paese intero, che vale 50,6 miliardi di euro in dieci anni (3-4 punti di Pil), la nascita di 11mila nuove imprese e la creazione di 300mila posti di lavoro. Sarà proprio Massolo, il 23 gennaio, ad accogliere a Roma Dimitri Kerkentzes, il segretario generale del Bureau International des Expositions (Bie), che a novembre del 2023, con il voto segreto di 170 Paesi, emetterà il verdetto finale. “La visita del segretario generale del Bureau (Ble) – spiega l’ambasciatore – sarà il primo appuntamento di prassi per favorire il contatto diretto tra la città, le istituzioni e tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione, dalle imprese ai rappresentanti del sito di Tor Vergata. Roma è stata proposta a settembre 2021 con una lettera ufficiale dell’allora presidente del Consiglio Mario Draghi”. “Ora – aggiunge – comincia il processo per verificare, alla luce del dossier di candidatura, la capacità di tradurre i propositi in fatti e il seguito nell’opinione pubblica e nel sistema Paese. Un processo che proseguirà con la missione ispettiva del Bie in programma nella settimana del 17 aprile”.