Nei prossimi giorni le temperature scenderanno in modo repentino anche nella Capitale, queste sono le previsioni metereologiche, ma al contempo il “piano freddo” purtroppo prosegue ad essere insufficiente.
Peraltro – ricorda il Responsabile scientifico di Ecoitaliasolidale, il Prof. Ennio La Malfa, fra i padri fondatori dell’ambientalismo nazionale- è un fatto ormai accertato che in Italia da qualche anno vi sono passaggi repentini delle temperature sia in estate che in inverno. Questa tendenza agli estremi meteoclimatici pare essere iniziata dall’inverno del 2018 e da allora ogni anno questo fenomeno si ripete, quello che è definita la “sciabola artica” , che per i climatologi si chiama “Split”.
Ricordiamo come sono sempre in aumento i senzatetto presenti nella Capitale, oltre 22mila, ben il 20% in più rispetto all’anno precedente. C’è anche un 24% di italiani, e ad oggi a disposizione ci sono solamente 2778 posti per la notte, 105 durante il giorno e 1878 pasti grazie ai servizi di Roma Capitale, del Terzo settore, parrocchie e associazioni.
Se il nuovo piano, illustrato in Campidoglio lo scorso 13 dicembre dall’attuale Amministrazione Gualtieri, punta ad arrivare a 1.000 nuovi posti entro la fine del mandato, cioè entro il 2026, significa che ad oggi è totalmente insufficiente e che per arginare questo problema sociale si debbono attendere ancora due anni e con le nuove condizioni metereologiche si rischiano maggiori disagi e sciagure.
E’ quanto dichiarano in una nota Piergiorgio Benvenuti e Giuliana Salce, rispettivamente Presidente e Responsabile per il Lazio del Movimento Ecoitaliasolidale che da anni si stanno battendo per dare una adeguata soluzione a chi non ha una fissa dimora nella Capitale.
Per quanto riguarda la novità in caso di emergenza gelo o neve, come la realizzazione di tensostrutture riscaldate al posto dell’utilizzo delle stazioni metro di notte per ricoverare i senza dimora, questa chiaramente risulta una soluzione maggiormente efficace. Ora però vediamo se realmente saranno realizzate le tecnostrutture in questi giorni in previsione di una ondata di gelo.
Interventi da mettere in campo subito perché abbandonare gli “invisibili” con queste temperature basse, vuol dire far rischiare la vita a chi ha solo un cartone per giaciglio e nessun tetto per ripararsi.
Infine vorremmo che gli immobili pubblici abbandonati, idonei a poter essere ristrutturati ed utilizzati per i senza fissa dimora, come quelli sequestrati alla criminalità organizzata possano rappresentare nel più breve tempo possibile un tetto per chi è costretto a vivere in strada. Bisogna intervenire ora e subito -concludono Salce e Benvenuti- senza attendere i consueti, dolorosi, decessi per il freddo e l’abbandono.