A Roma tira una cattiva aria. Per consolarci non abbiamo altro da fare che ricorrere a quanto lasciato dagli imperatori e in particolare da Domiziano che si avvaleva di architetti del calibro di Apollodoro di Damasco e Rabirio. Di stadi more greco ne furono costruiti due: uno monumentale per trentamila spettatori in Campo Marzio e l’altro sul Palatino, all’interno della residenza imperiale. Il terzo era un circo e fungeva da ippodromo nella Villa Albana, oggi “papale” a Castel Gandolfo. Lo Stadio, oggi Piazza Navona, era contiguo con il Teatro della Musica (con novanta colonne, considerato il più bello del mondo antico, oggi Palazzo Massimo) e nei pressi l’Iseo, l’Odeon. Lo Stadio era adorno di statue e gruppi marmorei, di cui il celebre Pasquino è uno dei pezzi scampati alla fornace, che trasformava tutto in calce…
Ruggero Alcanterini