Ieri sera a Marsiglia lo sport con il calcio è finito in tragedia, oggi ad Albano con il ciclismo ricorda alcune delle pagine più belle della sua storia, intitolando una strada a Bruno Monti,. coraggioso passista che dietro motori, da “stayer” macinava chilometri e avversari, raggiungendo gli ottanta all’ora. Si era negli anni cinquanta, quando oltre ai Giri d’Italia e di Francia o magari di Svizzera, noi ragazzi aspettavamo il suo momento, la classica Roma-Napoli-Roma, il Gran Premio Motoristico delle Nazioni, di cui lui fu il dominatore dal 1953 al 1956. Mi ricordo ancora con emozione il suo ennesimo duello con il Campione del Mondo, l’olandese volante Stan Ockers, gemellato in pista con il mitico Rik Vansteenbergen, sul circuito delle Terme di Caracalla, dove io ero tra il pubblico assiepato… Forza Bruno, daje Monti! … Ma vinse Stan davanti a Bruno, dietro a quelle supermoto rombanti. L’emozione era fortissima, proprio per la sensazione del grande rischio, della doppia impresa che compivano quegli ardimentosi, poco protetti, a propulsione “ergoaerodinamica”. Per me Bruno e Stan erano ideali interpreti della visione futurista del ciclismo. Del resto erano stati avversari anche nel Campionato del Mondo a Frascati un anno prima, con Coppi e Bobet, quando, dopo quattordici giri del circuito tra Grottaferrata e Vermicino, Stan si portò via la maglia iridata e Bruno si dovette accontentare della decima piazza. Purtroppo Stan se ne andò in Borea, volando via dalla pista di Anversa proprio ad ottobre del 1956, quando il ciclismo era ancora epico e ci faceva sognare. Forza Stan, grazie Bruno !
Ruggero Alcanterini