di Ruggero Alcanterini
IL MOSTRO DENTRO DI NOI – Adesso comincia a farsi avanti il dubbio, che la irreperibilità del killer stragista al Reina di Istanbul sia dovuta proprio al fatto che si tratti di un signor professionista della guerra, padrone assoluto del campo, come un pesce nella sua acqua. Del resto, l’assassinio dell’Ambasciatore russo, Andrei Karlov, ad Ankara, cosa di pochi giorni fa, aveva la stessa probabile trama. Troppi e complessi sono gli interessi in ballo per uscire in modo semplicistico da questo garbuglio, nato con la stessa formazione di un artificio assoluto, quello dello Stato Islamico, volto a scombinare equilibri, confini e interessi nell’area di cerniera afroasiatica. Corsi e ricorsi storici, la guerra di Crimea fu combattuta dal 4 ottobre 1853 al 1º febbraio 1856 fra l’Impero Russo da un lato e un’alleanza composta da Impero Ottomano, Francia, Regno Unito e Regno di Sardegna dall’altro. A parti rimescolate, con la presenza ambigua degli USA e imbarazzante della NATO, si è rinfocolata una vecchia diaspora che, come allora e sempre, trovava e trova formalmente un giustificativo religioso, ma in realtà nascondeva e nasconde ben altri e pelosi interessi, da quelli economici a quelli imperialistici. Centosessanta anni fa la capitolazione di Sebastopoli, oggi quella di Aleppo, con il mondo ormai globalizzato in subbuglio. Se occorse il Congresso di Parigi del 1856 per ristabilire le condizioni di pacificazione, non di meno occorrerà un analogo tavolo di trattativa in un futuro ormai prossimo ed è forse anche per questo che qualche “signore della terra” in scadenza di mandato o in situazione instabile è andato in crisi di nervi. Come sempre, anche nel dettaglio, eclatante ma pur sempre dettaglio, come nel caso dell’ attentato di Istanbul, dopo New York, Londra, Boston, Parigi, Bruxelles, Nizza, Berlino, è probabile che i veri obiettivi fossero e siano di natura politica, volti a cambiare le carte in tavola e i soggetti gestori prima della trattativa…