Di Ruggero Alcanterini
Ed eccoci al primo dei tre appuntamenti con COMUNICARE LO SPORT, oggi alle 15 all’AUDITORIUM DELLE FEDERAZIONI SPORTIVE in Viale Tiziano a Roma. Per l’occasione, voglio chiamare in causa il principe, se non il re dei giornalisti “diportivi”, Giovanni Boccaccio, che tra il 1349 e il 1353, negli anni successivi alla terribile peste di Firenze, riuscì a vedere il bicchiere mezzo pieno, andando per diporto negli onirici bucolici territori della sua straordinaria fantasia creativa e novellando, novellando, distribuì nei dieci libri del suo Decameron il geniale neologismo “diporto” e il concetto del divertimento attraverso attività di gioco. La contaminazione boccaccesca del diporto fu tale in tutto il Vecchio Continente, che nel tempo i francesi lo adottarono come desport, gli spagnoli come deporte e gli inglesi, nella loro essenzialità, come sport, parola che oggi sintetizza l’universo mondo delle attività ricreative, di salute, di gioco, di competizione, di spettacolo professionistico, piuttosto che legate alla vacanza e al turismo, definite ancora oggi “di diporto”. Per concludere, possiamo dire che noi italiani siamo detentori del primo grande Stadio della storia con il Domiziano (86 d.C.) e dell’invenzione del concetto e della parola diporto, poi sport con il Boccaccio, 663 anni fa…