Si è riunita lo scorso 3 giugno la commissione regionale: “Ambiente e Agricoltura” concernente la “Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale”. Per elevato “rischio di crisi ambientale”, si intende la presenza di fattori concomitanti di alterazione dello stato naturale, delle principali matrici ambientali (suolo, sottosuolo, atmosfera, acque superficiali e sotterranee compresi i sedimenti fluviali, lacuali e marini) in grado di causare effetti non desiderati sulle persone, sulle risorse ambientali, sulle componenti storico-culturali, sul patrimonio edilizio e sull’organizzazione territoriale. La regione Lazio dopo avere sentito gli enti locali, sui rispettivi territori di competenza, individua le aree soggette al rischio di crisi ambientale. Alla commissione del 3 giugno, i comuni di Anzio e Nettuno non hanno partecipato. Il geometra Giorgio Libralato presente alla seduta, in merito alla proposta di legge sulle aree da bonificare e a forte pressione ambientale, ha proposto il capannone abbandonato andato a fuoco ad Anzio, in zona Padiglione, che si presume avesse una copertura di amianto. Sarà l’Arpa poi successivamente a certificarlo, speriamo in tempi brevi.