fbpx

Pomezia, vittime delle foibe: un successo il convegno del Comitato 10 Febbraio

Si è svolto a Pomezia sabato 10 Febbraio un interessnte convegno dal titolo “Oltre la Retorica“, un convegno in occasione della celebrazione della solennità civile del giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo Giuliano Dalmata, delle vicende del confine orientale.
Un evento orgaanizzato dal Comitato 10 Febbraio, per mezzo del suo presidente Alessandra Duma, presso il museo città di Pomezia Laboratorio del Novecento, al civico 11 di piazza Indipendenza che ha visto la partecipazione di Claudia Montano, direttore del MCP-Lab 900, Rodolfo Serafini, vice presidente del comitato 10 febbraio di Pomezia e di volti illustri del terriotorio come il sindaco della città Veronica Felici, l’On. Lavinia Mennuni, senatrice della Repubblica, Antonio Ballarin, presidente emerito FederEsuli, Francecsco Petrocchi, presidente Spirito Libero, Edoardo Sylos Labini, presidente Cultura e Identità, Roberta Fidanzia, presidente centro studi Femininium Ingenium e Mario Borgo Caratti di Azione Pomezia.

“Vogliamo far capire agli italiani di oggi che l’abbandono del Friuli Venezia Giulia fu radicale e sconvolgente e ricordare anche i sacrifici fatti da quel popolo per rimanere italiano” ha dichiarato il presidente del Comitato 10 febbraio Alessandra Duma”.

Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È proprio in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 furono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani. Gli eccidi delle foibe ed il successivo esodo costituirono l’epilogo di una secolare lotta per il predominio sull’Adriatico orientale che fu conteso da popolazioni slave (prevalentemente croate e slovene ma anche serbe) e italiane. Durante la Seconda guerra mondiale le tensioni si acuirono e in seguito alla firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 esplose la prima grande ondata di violenza in Istria e Dalmazia dove circa un migliaio di persone tra fascisti e italiani non comunisti vennero massacrate e gettate nelle foibe dai partigiani slavi. La violenza aumentò nella primavera del 1945 quando le truppe del Maresciallo Tito occuparono Trieste, Gorizia Istria e Fiume: una carneficina contro i non comunisti che proseguì fino al 1947, quando fu ratificato il trattato di pace che pose fine alla Seconda guerra mondiale e che fissò il confine tra l’Italia e la Jugoslavia.

Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finì, poiché ceduti questi territori a Tito trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli e fuggirono in Italia. Le motivazioni per le quali questa tragica pagina della storia del Novecento è stata fino a qualche anno fa poco conosciuta sono di origine politica: innanzitutto perché dopo il conflitto mondiale il PCI, come dimostrano alcuni studi in merito, ebbe un ruolo importante nella ricostruzione e per la vicinanza di Palmiro Togliatti a Tito, in secondo luogo a seguito della rottura dello stesso Tito con Stalin non si ritenne opportuno parlare di questa tragedia in un momento tanto delicato.

Fatto sta che dal 2 Settembre 1945, fine della seconda guerra mondiale, per oltre 59 anni, lo stato ha negato l’eccidio, riconosciuto solo il 10 Febbraio 2004 con la legge 92/2004.Per 59 anni lo stato ha vietato di scriverlo nei libri di Storia, dove milioni di Italiani per 59 anni hanno dovuto studiare una storia “falsa”… per 59 lunghi anni.
“Da donna del fare quale sono ho preferito lasciar parlare gli ospiti i relatori e le istituzioni – ha aggiunto Duma – Avrei voluto parlare del mio sentimento di gratitudine nei confronti di chi si è sempre speso affinché la storia degli Esuli e delle foibe fosse resituita alle pagine della nostra storia, mentre linguisti di grande fama come Tullio De Mauro nel suo dizionario della lingua italiana descrive le Foibe come “depressione ” carsica a forma di imbuto al fondo del quale si apre un inghiottitoio, usata anche come fossa comune per occultare le vittime di eventi bellici. Omettendo lo sterminio di intere famiglie italiane ad opera dei comunisti di Tito . Avrei voluto dire che sono consapevole che il nostro compito non finisce con la conferenza di ieri, non finisce con la deposizione di fiori al cippo e non finisce con tutte le cerimonie e manifestazioni che si sono svolte ieri in tutta Italia. Ma finirà Forse, quando sarà memoria condivisa senza negazione o giustificazione alcuna da tutti gli italiani”.
Sabato 10 febbraio, quindi, dopo 19 anni, insieme agli Esuli di quelle terre, si sono celebrati i ricordi di 19 anni fa, quando lo stato Italiano ha ammesso, con una legge, i feroci crimini dell’Infobiamento.
“Se oggi nei libri di Storia si può leggere la verità su questi crimini, ,lo dobbiamo a quei poveri disgraziati sfollati dalle loro case che per 59 lunghi anni si sono straziati l’anima per far riconoscere allo stato Italiano la Verità – ha concluso Duma – Ringrazio tutti voi relatori Roberta Fidanzia Antonio Ballarin Petrocchi Francesco Emanuele Mastrangelo gli ospiti Flavio de Paro perche il dialogo è sempre costruttivo. Il Sindaco Veronica Felici la @Senatrice Lavinia Mennuni Emilia Bisesti con l’associazione Coloni Fondatori pietra miliare della nosta comunità. Il Museo Città di Pomezia – Laboratorio del Novecento che ci ha ospitato. E tutti quelli che nonostante il tempo e la partita sono venuti ad ascoltarci. Ovviamente la mia mitica amica Lara Mignemi. Abbiamo tanto lavoro da fare. Avanti tutta”
Gestione cookie