Come si sa , le omissioni non sono meno gravi dei peccati, anzi. Eh sì, perché se quei signori che hanno rischiato di uccidere l’arbitro Riccardo Bernardini nel “Francesca Gianni”, nel quartiere romano di San Basilio, alla fine della partita di Promozione tra Virtus Olympia e Atletico Torrenova, fossero stati cresciuti da uno Stato attento ai valori educativi dello sport e non il contrario, se altri non avessero girato la testa da un’altra parte nel corso degli ultimi settantuno anni, da quando qualcuno ha scelto di lasciare fuori lo sport dalla Costituzione, probabilmente non si sarebbe registrato questo ennesimo episodio di violenza e tanto meno tutti gli altri, che pongono questo fenomeno in testa ai rischi da sport, come l’esatto contrario di quel che ci si dovrebbe attendere nei luoghi in cui si pratica. Diciamo che adesso, dopo questo ulteriore fatto gravissimo, il Ministro dell’Interno, Salvini e il Sottosegretario alla PCM con delega allo sport, Giorgetti, hanno ritenuto d’incontrarsi e fare il punto. Per la verità, questa è una cosa vecchia, incancrenita, intrisa di quella non educazione civica, motoria e sportiva che, con l’assenza della stessa medicina scolastica, fanno delle scuole primarie il luogo di potenziale coltura delle peggiori pulsioni, spesso alimentate in ambito familiare, laddove i genitori dei discenti sono anch’essi rappresentanti di un degrado sociale inaccettabile in un Paese che si dichiara civile. Questo problema non può essere risolto autonomamente dal mondo del calcio con la nuova reggenza Gravina – Sibilia – Miccichè e tanto meno dal CONI, ma piuttosto dallo Stato , che non può continuare a peccare e ad omettere, attraverso Governo, Camera e Senato, forze politiche tutte, che dal 1947 ad oggi dello sport – come fattore educativo e di salute nella scuola – se ne sono fregati o non sono riusciti ad occuparsene seriamente. Adesso, in attesa di una inversione concreta dei comportamenti, ci attendiamo che si corra ai ripari, estendendo la tecnologia del Video Assistant Referee – VAR , della videosorveglianza di sicurezza e del prontosoccorso medico durante gli eventi sportivi a rischio, pena la inagibilità delle strutture e la impossibilità di svolgimento per le manifestazioni. Qualcuno penserà che sia una esagerazione, una forma di cautela impossibile, ma si tratta semplicemente di nutrire l’ottimismo della volontà. L’equivalente della tutela sanitaria degli sportivi, della visita obbligatoria per gli agonisti, quella che dovrebbe essere estesa a tutti, a cominciare dai “fai da te”, che vediamo correre a collo storto tra le zaffate di polvere sottile o massacrarsi in improvvisate sfide sui campi di calcetto. Ogni sfida incauta , ogni trasgressione o sballo, anche da sport, può richiedere un prezzo esagerato, quanto quello pagato dal ventiquattrenne arbitro, Bernardini, che ha rischiato di morire per tifo violento, devianza criminale originata anche da peccati e omissioni istituzionali.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale