Di Ruggero Alcanterini
XVII GIOCHI OLIMPICI – ROMA 1960 – IL DOVERE COMPIUTO (113a puntata) CANOA – CESARE ZILIOLI ( Stagno Lombardo – Cremona, 21 aprile 1938 – 28 febbraio 2018 ). A 22 anni, prese parte alla gara di K1 sui 1000 m., accedendo alla finale e classificandosi al 9° posto. Inoltre, prese parte alla gara staffetta 4 x 500. Nel 1956 aveva iniziato tra le fila della Canottieri Bissolati di Cremona, prima come canottiere e poi come canoista. Nel 1958 aveva ottenuto ad Auronzo due titoli nazionali juniores in K1 sui 1000 m e nella gara di fondo. Nello stesso anno era stato campione anche in K1 seniores sui 10.000 m , esordendo ai Mondiali di Praga con un interessante undicesimo posto in K1 sui 10.000 m. L’anno successivo fu arruolato nella Guardia di finanza e proseguì l’attività tra i giallo-verdi, imponendosi ai campionati assoluti in K2 sui 500 e sui 1000 m, in coppia con A. Schiavi. Successivamente si confermò come il più forte canoista italiano anche nelle competizioni internazionali. Nel 1960, alle Olimpiadi di Roma, fu finalista in K1 sui 1000 m, mentre il team della staffetta 4×500 m non ebbe accesso alla finale. Nel 1962, rientrò a Cremona con la Canottieri Baldesio, per la quale nello stesso anno vinse i titoli nazionali di K1 sui 500, sui 1000 e sui 10.000 m, nonché quello di K2 sui 500 m (con R. Amighini) e sui 1000 m (con N. Marini). Negli anni successivi, conseguì vari successi e divenne famoso per un episodio di fair play. avvenuto ai Mondiali di Jaice (Bosnia): del 1963 nella gara di K2 sui 10.000 m. Zilioli era in coppia con Cesare Beltrami e avevano discrete possibilità di successo (l’anno precedente all’Internazionale di Essen, si erano classificati secondi); al primo giro di boa abbordò l’equipaggio ungherese di Sollosy e Fabian, che perse la pagaia; con gesto istintivo Zilioli la recuperò e la rilanciò ai legittimi proprietari che vinsero, mentre gli azzurri finirono soltanto al settimo posto per la rottura del timone. Dopo la premiazione, Fabian si tolse dal collo la medaglia e la donò a Zilioli, il quale per il suo gesto, nel 1987, fu insignito del massimo riconoscimento Fair Play, il Premio “Pierre de Coubertin”. Alle Olimpiadi di Tokyo, del 1964, si era classificato sesto sia in K2 sui 1000 m (con Beltrami) sia in K4; alle Olimpiadi del Messico del 1968 era stato ottavo in finale di K2, con la stessa formazione.