L’Epifania tutte le feste porta via e con esse anche tutti gli addobbi natalizi, tuttavia il presepe secondo la tradizione non andrebbe tolto così presto: ecco per quale ragione.
Dopo due settimane intense, anche e soprattutto a tavola, le festività natalizie sono giunte al termine e siamo tornati a svolgere le consuete attività senza più soste, interruzioni o piacevoli divagazioni. Il periodo di maggiore relax e tempo libero è servito a ricaricare le energie, ma anche a togliere un po’ di smalto e ritmo alle nostre giornate e alla nostra applicazione.
Esattamente come accade dopo le festività estive, anche dopo quelle invernali si è presi da una sorta di abulia che mina la concentrazione e sospinge una forma di nostalgia difficile da cacciare via. Questo sentimento è spesso alimentato dalla presenza sempre più ingombrante delle decorazioni natalizie, spesso presenti in casa ben oltre il termine del 6 gennaio.
Rimuovere gli addobbi è un modo per chiudere un cerchio, porre fine anche simbolicamente ad un periodo di maggiore spensieratezza, ma è anche tradizione, poiché il 6 gennaio è l’ultimo giorno festivo di questo periodo e dunque non c’è motivo di lasciare decorazioni tipiche delle festività appena concluse.
Ma lo stesso discorso vale per il presepe? Molti per praticità decidono di togliere proprio tutto, eppure il presepe sfugge a questa tradizione ed il motivo lo si trova direttamente nei Vangeli.
Quando andrebbe tolto il presepe secondo la tradizione cristiana
Sappiamo che il presepe rappresenta la natività di Gesù Cristo e dunque la venuta del messia per i cristiani. Tale tradizione rappresentativa nasce a Gerusalemme e viene portata in versione “umana” in Italia da San Francesco d’Assisi nel 1227. In realtà all’epoca non si trattò di una vera e propria rappresentazione, ma di una semplice messa in una grotta (il papa dell’epoca non lo consentii), ma con il passare del tempo tale celebrazione assunse la forma che conosciamo.
Più tardi nel tempo vennero create le prime statuette che simboleggiavano la sacra famiglia e tutti i personaggi della natività. La permanenza del presepe nelle chiese (e di conseguenza adesso nelle case) segue quanto rivelato dal Vangelo secondo Luca, ovvero che passarono 40 giorni dalla nascita di Gesù prima che Giuseppe lo presentasse al Tempio di Gerusalemme.
La presentazione dell’infante serviva a purificare la madre e a consacrare il bambino appena nato al Signore, oltre che a presentarlo ufficialmente alla comunità (una sorta di battesimo insomma). Secondo le tradizioni ebraiche dovevano passare esattamente 40 giorni per poterlo portare al tempio.
Tale tradizione venne adottata da Papa Gelasio I, il quale gli diede un significato cristiano facendo diventare il 40° giorno di vita di Gesù il giorno della Candelora, una festività che tradizionalmente si celebra il 2 febbraio e che all’epoca andò a sostituire la festa pagana dei Lupercali.
Proprio perché il giorno della Candelora Gesù venne presentato per la prima volta al suo popolo, è il giorno in cui le chiese rimuovono simbolicamente il presepe, come a voler simboleggiare l’inizio del viaggio di vangelico di Gesù.